“Incidente sulla Pontina”: Bruno Conti, tifosi senza parole | Ecco cos’è successo
Ha davvero dell’incredibile l’episodio che ha visto protagonista Bruno Conti.
Dal Secondo Dopoguerra in poi, Bruno Conti è stato indubbiamente una delle ali destre migliori che il calcio italiano abbia mai avuto nella storia. Nato il 13 marzo del 1955 a Nettuno, città dell’area metropolitana di Roma, è stato uno dei giocatori italiani più talentuosi ed estrosi, capace anche di trascinare l’Italia alla vittoria del Mondiale del 1982.
Mancino naturale, bravo nel dribbling e nell’uno contro uno, Conti era in grado di giocare su entrambe le fasce grazie al suo enorme bagaglio tecnico ed era anche dotato di una conclusione potente e precisa.
Cresciuto nelle giovanili della Roma, nella seconda metà degli anni ’70 vive due esperienze con la maglia del Genoa, inframezzate da una in prima squadra con i giallorossi, prima di stabilirsi definitivamente nella Capitale e diventare una bandiera ed una leggenda della Roma.
Con la Lupa ha giocato per ben 16 stagioni, di cui 12 consecutive, e vinto lo storico Scudetto del 1983, cinque Coppe Italia e due Scudetti ed una Coppa Italia Primavera. Un vero e proprio mito per i tifosi della Roma, anche dopo il ritiro.
Una vita spesa per la Roma anche dopo il ritiro
Bruno Conti, infatti, dopo aver detto addio al calcio nel 1991, ha assunto di lì a poco il ruolo di responsabile del settore giovanile giallorosso e guidato ad interim la prima squadra portandola in finale di Coppa Italia.
Ha ricoperto il ruolo di responsabile del settore giovanile fino al 2016 e dal 2021 è diventato coordinatore tecnico delle squadre giovanili. Una vita spesa per la Roma, sia da calciatore che da allenatore, che lo hanno incoronato come simbolo e icona dei giallorossi.
Il curioso aneddoto raccontato dall’ex procuratore
Dario Canovi, decano dei procuratori sportivi italiani, è stato l’agente anche di Bruno Conti e in una recente intervista ha raccontato un curioso aneddoto su di lui: “Era un uomo che per muoverlo da Nettuno ci voleva il carro armato. Se andavi a Nettuno ti ospitava anche tutti i giorni, ma faceva un grande sacrifico a venire a Roma.
Erano famosi i suoi ritardi, mi ricordo che Viola diceva ‘non so perchè ma credo che la Pontina sia la strada che abbia il più alto numero di incidenti nella storia italiana perchè ogni volta Bruno arrivava in ritardo perchè c’era un incidente sulla Pontina’. Lo prendevo in giro per questo fatto, arrivava in ritardo e Viola lo aspettava e gli diceva: ‘Anche oggi c’è stato un incidente’. Però si faceva ampiamente perdonare, credo sia stato uno dei giocatori più importanti della Roma di tutti i tempi”.