Juventus, arrivano i primi ‘sconti’ | Pene decurtate in attesa del ricorso
Per il club bianconero, coinvolto in diverse vicende giudiziarie, sono arrivati i primi inaspettati sconti di pena
La stagione della Juve non è stata certo delle più semplici. I bianconeri hanno incontrato diverse difficoltà sul campo e, allo stesso tempo, hanno dovuto fare i conti con alcune vicende inaspettate. I dirigenti del club torinese sono stati accusati di aver commesso vari illeciti sportivi e le conseguenze sono state evidenti.
L’Inchiesta Prisma, legata alle plusvalenza fittizie, ha portato una penalizzazione che ha influito sull’andamento della formazione di Allegri. Il tecnico toscano ha cercato di limitare i danni, ma il contraccolpo psicologico è risultato decisivo. A inizio maggio è arrivata l’assoluzione parziale del Collegio di garanzia del Coni ma, poche settimane dopo, il Tribunale federale ha ripristinato la penalizzazione nei confronti dei bianconeri.
Ma le controversie giudiziarie non si sono fermate qui. La società torinese è stata indagata anche per la cosiddetta manovra stipendi, relativa agli ingaggi versati durante il periodo Covid. In questo caso il tutto si è risolto con una multa di oltre 700mila euro e non ci sono state conseguenze per quel che riguarda il campo.
Juve, 16 mesi di inibizione per Agnelli
Il cerchio si dovrebbe chiudere con le decisioni della Uefa, che sta ancora valutando una possibile esclusione dalle coppe europee. Non sono ancora arrivate notizie ufficiali ma la sensazione è che la squadra di Allegri rischi di dover rinunciare alla prossima Conference League. Oltre ai provvedimenti riguardanti l’intera società, la giustizia sportiva ha punito anche i singoli dirigenti della Juventus.
Il presidente Andrea Agnelli, ovviamente, è stato uno dei principali indiziati e ha ricevuto una pena piuttosto pesante. All’ex numero uno bianconero erano già stati dati 24 mesi di inibizione per il caso plusvalenze, ma ora è arrivata un’altra punizione. Il Tribunale federale nazionale gliene ha comminati altri 16 più 60 mila euro di multa per il caso legato alla manovra stipendi, ai rapporti con gli agenti e alle partnership sospette.
Il procuratore Chiné aveva chiesto 20 mesi
Agnelli era rimasto l’unico imputato per il caso stipendi, visti i patteggiamenti degli altri dirigenti che erano stati deferiti. Una questione di principio, fatta pensando soprattutto alla sua immagine e alla sua reputazione. L’ex presidente, scegliendo di non patteggiare, è stato chiamato a giudizio, ricevendo tale pena.
Il procuratore Giuseppe Chiné aveva chiesto un’inibizione di 20 mesi per il dirigente, che ha ricevuto un piccolo sconto (decurtazione del 20%). L’imputato resta in attesa delle motivazioni (che usciranno nei prossimi giorni) per poi decidere se fare ricorso presso la Corte federale d’appello o non intervenire ulteriormente.