Bufera Atalanta, adesso è tutto chiarissimo | Ecco cosa fanno per vincere
Clamoroso a Bergamo: la rivelazione fa scoppiare una vera e propria bufera in casa Atalanta. Ora è tutto più chiaro.
L’inizio di stagione dell’Atalanta è stato positivo. I bergamaschi hanno vissuto una sessione estiva di calciomercato molto intensa che ha rivoluzionato la rosa con molto innesti ma anche cessioni importanti.
Il reparto offensivo è quello ad aver subito maggiori modifiche: sono infatti partiti Hojlund in direzione Manchester United e Zapata in extremis al Torino. In cambio, però, l’Atalanta ha acquistato ben tre giocatori e investito parecchio dal punti di vista economico.
El Bilal Touré acquistato dall’Almeria per circa 30 milioni più bonus e percentuale sulla futura rivendita è diventato l’acquisto più oneroso della storia del club bergamasco. All’attaccante del Mali si sono aggiunti Scamacca, preso dal West Ham per 25 milioni più bonus e De Ketelaere dal Milan con la formula del prestito oneroso da 3 milioni e diritto di riscatto da 23 a cui si aggiungono 4 di bonus e il 10% della futura rivendita.
Tre giocatori molto importanti, che hanno anche contribuito ad innalzare il livello tecnico ma anche le ambizioni della società nerazzurra. Le prime tre partite di campionato hanno visto l’Atalanta conquistare 6 punti sui 9 disponibili. Vittoria all’esordio stagionale con il Sassuolo, ko a sorpresa a Frosinone e netto successo per 3-0 nell’ultimo turno contro il Monza.
Il durissimo attacco di Maehle a Gasperini
L’Atalanta ha messo a segno acquisti importanti, ma anche cessioni. Detto di Hojlund e Zapata, la Dea ha ceduto pure Demiral all’Al-Ahli e Maehle al Wolfsburg. Quest’ultimo, nel corso di una conferenza stampa dal ritiro della sua Nazionale, ha spiegato i motivi dell’addio.
Il laterale danese ha addossato gran parte delle colpe al suo ex allenatore, Gian Piero Gasperini: “La sua gestione era basata sulla paura. L’approccio di Gasperini era quasi dittatoriale. Se, ad esempio, facevamo doppio allenamento, dovevamo restare a dormire nella struttura la notte. Non ci era permesso di tornare a casa.
Maehle racconta un episodio con Hojlund
No ti senti una persona, ma un numero. Non hai alcun rapporto con l’allenatore. Ad esempio, io e Hojlund andavamo insieme all’allenamento. Ma lui non voleva che stessimo insieme in auto perché così potevamo chiacchierare insieme durante il tragitto e divertirci. Non lo voleva e per questo sono stato rimproverato.
Anche se il club mi aveva detto che potevo portare Rasmus con me agli allenamenti, perché non avevano un autista per lui. Non so se questo sia tipico degli italiani, ma sono solo alcune cose che a lungo termine ti fanno arrabbiare e stancare”. Parole durissime quelle di Maehle che di certo non sono passate inosservate.