Clamoroso Roma, cambio di proprietà all’orizzonte: “Porte aperte…” | Scatta il semaforo verde
La Roma e il cambio societario, ipotesi presa in considerazione con l’acquisto da parte di un imprenditore che è anche tifoso giallorosso
I Friedkin sono diventati i proprietari della Roma durante la pandemia da Covid, affidando la squadra a un allenatore esperto e di fama internazionale come José Mourinho e consegnando le chiavi del mercato a Tiago Pinto che ben aveva fatto nelle sue esperienze precedenti. Oltre al primo titolo europeo, la Conference League, sono arrivati due sesti posti con la conseguente qualificazione all’Europa League.
Un bottino che non soddisfa a pieno la dirigenza che necessita di sbloccare la situazione legata allo stadio di proprietà, che dovrebbe nascere a Pietralata, e consentire un introito di circa 70 milioni di euro a stagione.
Incassi resi necessari per aumentare il tasso tecnico di una rosa composta da giocatori di qualità ma soggetti a condizioni fisiche incerte che ne condizionano il rendimento in campo, come è successo a Dybala, Abraham e Spinazzola.
Qualificarsi alla prossima Champions League diventa quindi adesso l’obiettivo primario per la Roma, al fine di poter investire sul mercato e non cercare le migliori offerte a costo zero con tutte le incognite che ne conseguono.
Massimo Ferrero è andato vicino ad acquistare la Roma
Massimo Ferrero non ha mai nascosto il suo tifo per la Roma. Intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’ex presidente della Sampdoria ha svelato come sia stato vicino a diventare il presidente del club giallorosso.
Queste le sue parole: “Nel 2020 stavo per prendere la Roma. A fine 2019 inizio 2020 c’è stato un momento in cui la gestione Pallotta era traballante. Con Guido Fienga si era allora ipotizzato di vendere la Sampdoria e acquistare la Roma. Ho anche preso contatti con Barnaba, la persona incaricata da Pallotta per vendere la Roma“.
Massimo Ferrero boccia José Mourinho e mantiene intatto il suo sogno
L’ex presidente della Sampdoria dichiara, inoltre, che avrebbe scelto un altro allenatore: “Non avrei puntato su Mourinho, per cui nutro stima ma considero più un motivatore che un allenatore, come anche Gattuso“.
Resta il rammarico misto alla speranza che il suo sogno possa avverarsi un giorno: “Il mio sogno è poi svanito. Già ai tempi della famiglia Sensi mi ero avvicinato alla Roma, ma non ero ancora pronto. Apro comunque le porte per il futuro, ma nel frattempo ci tengo a fare gli auguri all’operato dei Friedkin”.