Giallorossi nel panico, la Roma ha rischiato la mazzata | Il motivo è da non credere
Non solo l’affaire Cafù a non far dormire sonni tranquilli ai Friedkin. La Roma ha rischiato davvero grosso.
Quella “brutta dozzina” potrebbe creare un bel problema per le casse della Roma, tutt’altro che piene, come evidenziato da un mercato al risparmio e tardivo, che ha certamente influito (al pari degli infortuni) sull’inizio zoppicante della Roma.
Una dozzina di milioni euro, sì. Quelli che vuole Cafù, ma non da oggi, in pratica da quando c’è James Pallotta sulla poltrona presidenziale del club giallorossi. Soldi che riguardano una vicenda datata, nel 2019 per la precisione.
Sì, quando c’era Qatar Airways tra le partnership della Roma e un galeotto safety video girato a Varsavia, dall’ex Pendolino giallorosso, che aveva dato il suo ok a diventare testimonial del club. Tutto molto bello, se non fosse che quei soldi Cafù non li ha mai ricevuto. E ora li vuole, da qui un aut aut.
Se la situazione non dovesse cambiare a breve, Cafù adirebbe per le vie legali per quel club per cui ha scritto una parte di storia indelebile, culminata dalla conquista dello scudetto, il terzo della storia del club capitolino.
Giocatori-scommettitori: spunta il nome di ElShaa
La Roma inoltre è finita, almeno per il momento di striscio, nello scandalo per i giocatori scommettitori. Almeno in questo caso, come Zalesvski, neanche Stephan El Shaarawy, altro nome fatto uscire da Fabrizio Corona e il suo DillingersNews, figurerebbe nel registro degli indagati.
“Stephan El Shaarawy e le scommesse, di qualunque tipo, non hanno niente da spartire”. Così i legali del Faraone romanista, appena tornato nel giro della Nazionale. “Non ha mai scommesso né gli è mai interessato farlo – assicurano – sereno di fronte ad accuse totalmente infondate e calunniose. Tutto viene di conseguenza, in primis ogni inevitabile azione a tutela del nostro assistito”.
Cosa ha rischiato la Roma
Nel frattempo, però, la Roma ha rischiato grosso. Un po’ come altre big italiana. È stata a tanto da perdere l’agevolazione derivante dal Decreto Crescita. Sembrava infatti che tali “privilegi” venissero rimossi anche per il mondo del calcio, cosa che al momento invece non sembra essere.
Se così fosse stato, molti dei maxi ingaggi di giocatori e allenatori stranieri (un esempio calzante per la Roma è proprio Mourinho) sarebbero stati difficilmente ipotizzabili per tutto il discorso della tassazione. Già, Mourinho: che ne sarà di lui a giugno, quando gli scadrà il contratto? Difficile rimanga, anche se questa è un’altra storia.