Zaniolo confessa tutto al PM: “Ha riconosciuto di aver giocato” | La legge parla chiaro
Dopo le squalifiche effettive di Fagioli e di Tonali è il turno di Zaniolo far capire la sua posizione in Procura. Cosa rischia l’ex Roma.
In attesa della fine dell’indagine della Procura sui giocatori-scommettitori che, secondo molti, potrebbe portare ad altri giocatori iscritti nel registro degli indagati, si sta per concludere la prima parte delle squalifiche per i primi rei confessi.
Il primo, Nicolò Fagioli, si è auto denunciato ed ha patteggiato, ricevendo una pena che ha fatto discutere: per poco più di metà afflittiva, per la restante parte educativa.
Sette mesi di stop, poi a maggio inoltrato potrà tornare sui campi da gioco ma dovrà continuare quelle prescrizioni alternative date dal piano terapeutico finalizzato alla cura della ludopatia, alla partecipazione ad un ciclo di incontri pubblici, almeno 10 nei restanti cinque mesi di squalifica. Poi la luce fuori dal tunnel, con la Juventus intenzionata a rinnovargli il contratto.
Anche Tonali ha patteggiato con la Procura, più o meno siamo lì come Fagioli, qualcosina in più per la precisione: dieci mesi di squalifica più otto di pene alternative, sedici incontri dove intervenire in Italia. Il resto è burocrazia: l’intesa deve essere approvata dalla procura generale dello Sport presso il Coni prima del passaggio all’UEFA, con una postilla.
FIFA, le squalifiche hanno valenza internazionale
Sandro Tonali non solo, ovviamente, non potrà partecipare all’Europeo per cui l’Italia è messa bene ma deve ancora qualificarsi, ma la sua qualifica ha una valenza internazionale. Lo ha confermato proprio la FIFA.
“È stata accolta – ha detto un portavoce della FIFA, parole riprese direttamente da Gazzetta dello Sport – la richiesta avanzata dalla Federcalcio italiana di estendere a livello mondiale la sanzione inflitta al giocatore Sandro Tonali“.
E ora tocca a Niccolò Zaniolo. I suoi legali in Procura
Se Fagioli e Tonali hanno subito ammesso le loro colpe e patteggiato con la Procura, Nicolò Zaniolo ha sempre fatto caso a parte. Sin dai primi giorni in cui l’ex Roma (come Fagioli e Tonali) era stato indagato ha sì ammesso di aver giocato su una piattaforma illegale, ma sul calcio.
Lo hanno ribadito i suoi legali proprio in Procura: “Ha riconosciuto di aver giocato saltuariamente su piattaforme illegali a poker e black jack – dicono gli avvocati dopo il lungo interrogatorio – ha chiarito di non essere mai stato soggetto a minacce o intimidazioni“. Se così fosse dimostrato, Zaniolo non rischierà assolutamente nulla a livello sportivo, l’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva d’altronde parla chiaro: si rischia la squalifica solo per chi scommette sulla propria disciplina praticata.