‘Emergenza’ finanziaria, spunta la verità sulla Roma: ‘Ecco da dove arrivano i soldi’ | L’indagine porta a galla tutto quanto
Settlement agreement e acquisti solo in prestiti: la situazione finanziaria della Roma dei Friedkin oggetto di analisi e di indagini.
Se il buongiorno si vede dal mattino, è meglio che questo 2024 finisca presto per la Roma. Solo brutte notizie per il club capitolino, senza più general manager dopo le dimissioni di Tiago Pinto, effettivi a mercato invernale chiuso.
Nessuno discute la professionalità dell’alto dirigente portoghese, ma che mercato può fare un general manager dimissionario? E ancora, che mercato può fare senza la certezza che l’attuale allenatore, lo Special One peraltro, è in scadenza di contratto?
Che mercato può fare un dirigente dimissionario, consapevole che da quando è arrivato il settlement agreement ha rappresentato sempre un ostacolo insormontabile per qualsiasi grande acquisto?
Che mercato può fare la Roma, ora che il Decreto Crescita è stato abrogato dal governo, il che nello specifico significa che gli ingaggi di Mourinho (eventuale) e di Lukaku (che va riscattato dal Chelsea) lieviteranno, ammesso e non concesso che entrambi resteranno sulle sponde giallorosse del tevere?
La situazione finanziaria dei Friedkin. Cosa c’è che non va?
Le domande sui Friedkin aumentano pensando alla situazione finanziaria dei proprietari statunitensi della Roma, oggetto di un’interessante indagine da parte di Repubblica, che approfondisce la questione Romulus e Remus. Cos’è?
È la società con sede nel Delaware costituita proprio per l’acquisizione della Roma da parte dei Friedkin, composta da 544.468.535 azioni ordinarie del club, rappresentative di circa l’86,6% del capitale sociale, di cui una partecipazione diretta del 3,3% del capitale sociale del club e una partecipazione indiretta dell’83,3% detenuta attraverso la società Neep Roma Holding S.p.A.
Perdita di oltre 100 milioni: per fortuna che c’è quel paradiso fiscale
Numeri importanti quelli della Romulus e Remus di Dan Friedkin, qui passerebbe una fitta ragnatela societaria con flussi di denaro necessari a ripianare i debiti del club, nel Delawere per di più, uno dei paradisi fiscali statunitensi che di fatto starebbe tenendo in piedi tutti i debiti della Roma, giunti a 102,8 milioni di euro, un deficit diminuito sì, ma pur sempre bello grosso.
Insomma, i sold out dell’Olimpico stanno sì ammortizzando l’emergenza, ma non bastano per risolvere i problemi finanziari in cui la Roma è finita prima ancora dell’arrivo dei Friedkin. Se il club giallorosso può fare almeno mercato, sostenibile e prendendo solo giocatori in prestito in questo mercato, lo si deve proprio a quella holding, che continua a tappare i buchi. Altra domanda, l’ultima: fino a quando?