Telenovela finita, i Friedkin incassano il no | Per i tifosi resterà solo un sogno
I Friedkin continuano a essere bersagliati dai tifosi giallorossi. E l’era post Mourinho comincia con il freno a mano tirato.
Gli striscioni contro la proprietà sia nel giorno dell’esonero choc di Mourinho sia in quelli successivi sono la cartina di tornasole del sentiment predominante nella Roma giallorossa. I Friedkin non hanno convinto del tutto la tifoseria con quella mossa tra il romantico e lo scientifico.
Offuscare José Mourinho riportando a Trigoria e all’Olimpico uno dei simboli della storia della Roma avrà sicuramente permesso al nuovo allenatore di passare indenne alla traumatica fine del suo predecessore, uno Special One di nome e di fatto.
De Rossi non è stato e non sarà contestato anche se le cose dovessero andare male. Perché? Perché per gran parte dei tifosi è la società la vera responsabile di questa situazione. Una società che ha fatto fuori senza pensarci due volte l’uomo che ha portato una coppa europea e conquistato due finali di fila. Una società silente.
Ciò che rimproverava Mourinho ai Friedkin è lo stesso sentiment di gran parte della tifoseria giallorosso. Una società che non gode di una situazione florida di bilancio, che può fare soltanto operazioni in prestito. Una società che non ha sciolto ancora il nodo direttore sportivo.
Una situazione surreale
Nel tempo percorso tra l’esonero di Mou e l’arrivo di De Rossi c’è una fotografia surreale: Roma senza allenatore, senza direttore sportivo, senza possibilità di comprare sul mercato, costretta a vendere (giocatori in lista) per comprare. A titolo temporaneo peraltro.
Non erano certo queste le promesse fatte dai Friedkin nel momento in cui hanno rilevato la Roma. Anche perché l’arrivo di DDR ha risolto soltanto uno dei tanti problemi del club capitolino, quello della guida tecnica. Ma gli altri?
Caccia all’erede di Tiago Pinto
I problemi di mercato sono irrisolvibili, almeno per il momento. Così come è altrettanto innegabile che quel poco che si può fare sul mercato, è in mano a un general manager (mai amato dalla tifoseria e nemmeno in toto da Mourinho), dimissionario. Ai primi di febbraio.
De Rossi ha tentato di convincere Tiago Pinto a tornare indietro nella sua decisione, avrebbe voluto proseguire con il portoghese, ma ad oggi e nonostante le vie del calciomercato sono infinite, non ci sono possibilità che Tiago Pinto faccia retromarcia. Poche, vicino allo zero, l’opportunità di vedere a Trigoria Francois Modesto, attualmente sotto contratto con il Monza. Era l’uomo individuato dal CEO Lina Souloukou, con cui aveva già lavorato all’Olympiacos, fa detto anche lui no. L’era post Mourinho è partita con due no e una tifoseria contro i Friedkin.