Ha deluso tutti quanti: Roma, la fiducia è già finita | A fine stagione lascia la squadra
A fine stagione si tirerà una bella linea su una Roma carica di dubbi in vista della prossima stagione. Esclusione eccellente in vista.
La scelta di Daniele De Rossi sulla panchina della Roma è la miglior mossa che potevano fare i Friedkin dopo l’esonero di Mourinho, mal digerito da una folta parte di tifoseria che non sembra avere più fiducia nei confronti della proprietà statunitensi.
Lo ha dimostrato a chiare lettere il popolo romanista, che ha accolto Daniele De Rossi come se l’ex Capitan Futuro non se ne fosse mai andato, ha continuato ad andare in un Olimpico sempre sold out, spingendo la squadra.
Ma, al tempo stesso, non perdendo occasione per fischiare Dan e Ryan Friedkin, ritenuti i principali colpevole di questa stagione un po’ così. Perfino la morte e i funerali di Giacomo Losi, non un ex giallorosso qualunque ma Core de Roma, che ha vestito la maglia dei capitolini dal 1954 al 1969, meglio di lui solo Totti e proprio De Rossi, sono stati l’occasione per fischiare la proprietà.
Duro striscione da parte dell’Olimpico contro i Friedkin per aver disertato i funerali di Losi: “02-06-24 AS Roma assente… Solo la tua gente presente”. Il dettaglio della data non è secondario, ma un chiaro riferimento ai Friedkin, con quella scritta col metodo statunitense. Le scuse di De Rossi hanno salvato Daniele, non Dan e Ryan.
Con la valigia pronta
Al di là dei Friedkin ci sono molti giocatori che hanno deluso, con le valigie pronte, vuoi per un motivo vuoi per un altro. Spinazzola è tornato a giocare con De Rossi, ma è in scadenza e non ci sono i sentori di un rinnovo. Renato Sanches è rimasto nonostante l’offerta del Benfica, ma anche lui sembra avere i mesi contati.
A giugno scadrà il contratto di Rui Patricio, a oggi non ci sono proprio le basi per continuare l’avventura romana da parte del portiere portoghese. Il dubbio Smalling, poi, il giocatore più bersagliato da Mourinho, che comunque non gioca una partita dalla terza di campionato. E poi c’è lui. Lui che doveva far svoltare la Roma, ma sta continuando a fallire tutte le grandi occasioni.
Lukaku, da eroe a colpevole
Su Lukaku vanno fatti due discorsi. Il primo è economico: servono 37 milioni di euro per riscattarlo dal Chelsea, una cifra che senza qualificazione Champions League è praticamente impossibile da trovare, l’abolizione del Decreto Crescita, poi, non aiuta certo la trattativa per riscattarlo. Ammesso e non concesso che la Roma voglia riscattarlo. Che Big Rom non incida mai nei grandi appuntamenti, purtroppo per lui è una atavica costante.
Alla Roma questo trend è continuato visto che l’attaccante belga ha segnato soltanto al Napoli nelle partite dall’altissimo coefficiente di difficoltà. Come se non bastasse preoccupa l’involuzione: due reti nelle ultime nove partite. Non solo, dei nove gol messi a segno in questa stagione, cinque sono stati segnati tra settembre e ottobre. Neanche qui sembrano esserci le basi, economiche e tecniche, per andare avanti insieme.