Milan, l’errore è imperdonabile: “Arrivo a fine stagione” | Termina così la sua avventura
Annuncio clamoroso da parte del calciatore, che ha raccontato cosa non è andato nella sua esperienza rossonera, lasciando tutto l’ambiente senza parole.
Molto spesso i trasferimenti nel mondo del calcio non vanno come previsto, sia dal punto di vista dei calciatori che da quello delle società.
A volte i giocatori deludono non riuscendo ad esprimersi al meglio, mentre altre proprio questi si lamentano per non trovare spazio.
Proprio su questo tema di recente un ex calciatore del Milan ha rivelato cosa non ha funzionato nella sua esperienza rossonera, spiegando di aver commesso un errore colossale dopo aver lanciato qualche frecciatina al club.
Una rivelazione da non credere
Nelle scorse ore Tiemoué Bakayoko, ex centrocampista di Milan e Napoli ha parlato ai microfoni dell’Equipe, rilasciando una lunga intervista. Tra i tanti temi trattati il calciatore ha voluto soffermarsi proprio sulla sua seconda esperienza in rossonero.
Il francese si è infatti detto molto rammaricato di aver firmato per due anni il trasferimento in prestito a Milano, visto che nella seconda stagione non ha quasi mai trovato spazio sotto la guida di Stefano Pioli.
Le parole di Bakayoko
”Dopo la stagione al Napoli sono tornato al Milan, che mi aveva corteggiato, sempre in prestito. Credevo che mi volessero, ma non l’allenatore. La prima stagione ho giocato un po’ di partite. Ho dato il mio contributo, anche se non mi sono sentito un campione italiano completo. A fine stagione ero combattuto. Io e la mia famiglia avevamo trovato una casa ed è bello rimanere con lo stesso club per due anni di fila. Ma sentivo di non far parte del progetto. Stavo cercando altrove, ma non riuscivo a trovare quello che volevo”.
”Mi sono dato tempo fino alla finestra di trasferimenti di gennaio. L’allenatore mi ha detto che non contava su di me e questo è stato uno schiaffo al mio ego. Avevo delle alternative, ma questi club non potevano permettersi il mio stipendio. Ero disposto a fare uno sforzo, ma non a dividerlo per due o tre. Così arrivo a fine stagione, spesso in gruppo, ma senza entrare in campo quasi mai. Avrei preferito rimanere a casa con i miei figli, a guardare le partite in tv. L’unico rimpianto della mia carriera è questo prestito di due anni: avrei dovuto firmare solo per un anno”.