La Roma lo aveva in pugno: affare saltato all’ultimo momento | Al suo posto un pupillo di De Rossi
Clamoroso retroscena di mercato: un possibile affarone per la Roma a gennaio è saltato all’ultimo momento. Ecco perché.
Settlement agreement, indice di liquidità, Decreto Crescita. Tutti vocaboli ormai entrati nel nuovo mercato sostenibile delle società di calcio. Alla Roma sono termini con cui ormai ci si convive da tempo.
Sono stati i limiti che hanno compresso l’esperienza triennale di un Tiago Pinto che, al netto dei suoi noti errori, ha dovuto convivere con una situazione limitante in tutto il suo ciclo a Trigoria. Un po’ freno a mano un po’ alibi, il settlement agreement con l’UEFA non ha dato e, soprattutto non sta dando, grande margine alla crescita paventata in sede di acquisizione della proprietà da parte dei Friedkin.
Con Mourinho è arrivato un titolo che a Roma non si vedeva da decenni e decenni, ma in casa Roma si è dovuto fare sempre i conti con l’impossibilità di acquistare giocatori a titolo definitivo, se non Under 21, come Baldanzi.
Per il resto soltanto operazioni a titolo temporaneo: dalla acquisizione di Dean Huijsen, che ha appena preso il passaporto comunitario (spagnolo) ma che a giugno tornerà alla Juve in virtù di un prestito secco, all’arrivo di Angeliño: esterno proveniente dal Galatasaray, ma di proprietà del Lipsia. Che lo ha ceduto alla Roma con la formula del prestito con diritto di riscatto.
Ad ogni entrata, un’uscita
Dal settlement agreement all’indice di liquidità, nel mercato sostenibile, il passo è breve e lo slogan diventa manifesto: ogni entrata deve essere conseguente a un’uscita. Così la Roma si stava barcamenando nei meandri di un mercato complesso.
L’ultima criticità è stata la revoca del Decreto Crescita per cui il governo italiano ha ordinato lo stop. Altra limitazione per la Roma, che avrebbe dovuto pagare di più Mourinho se avesse rinnovato, uno dei tanti motivi per cui si sta discutendo il riscatto (mai come in questi periodi più in bilico) di Romelu Lukaku.
Galeotto il Decreto Crescita
Proprio per questo motivo si è venuto a conoscenza di un affare saltato all’ultimo momento nell’ultima sessione di mercato, quella invernale dello scorso gennaio. Mitchell Bakker era stato messo sul mercato a gennaio, con l’Atalanta che avrebbe accettato anche offerte di prestito. Pagato 10 milioni di euro in estate, la scelta era stata abbastanza chiara: cercare un club che lo facesse giocare fino al termine della stagione.
Torino, Monza e Sassuolo hanno provato a prendere il terzino olandese della Dea, ma il difensore esterno sinistro non aveva intenzione di accettare nessuna destinazione diversa da quella della Roma. Una Roma che lo voleva, e lo avrebbe pure preso che non ci fosse stata la revoca di un Decreto Crescita il cui effetto farà, presumibilmente, restare Bakker in nerazzurro per un altro anno, proprio per i benefici che l’Atalanta trarrà da un giocatore acquistato in regime di Decreto Crescita, quei benefici che non saranno più a disposizione della Roma.