Ho rifiutato di firmare con l’Inter: le tante vittorie non sono sufficienti | Per i nerazzurri è un colpo al cuore
A volte il blasone e le tante vittorie non bastano per completare una trattativa di mercato. Alla fine l’Inter ha incassato un secco ‘no’
Lo strapotere dell’Inter, sia a livello di qualità della rosa che per la sua profondità, adesso è evidente a tutti. Ma c’era chi a inizio anno ha criticato ingiustamente le mosse di mercato di un’Inter unica squadra a trasformare il mercato sostenibile in un cavallo di battaglia e non in un tallone d’Achille.
Via Onana pagato inspiegabilmente a peso d’oro dal Manchester United, dentro Sommer anche perché il Bayern non ha avuto il coraggio di accantonare l’iconico Neuer, Marotta non se l’è fatto dire due volte portando a casa l’affarone.
Via Brozovic, complice anche gli screzi con la società per la gestione del suo infortunio, tanto l’intelligenza di Simone Inzaghi era già stata visionaria con l’arretramento in tempi non sospetti (proprio durante l’infortunio di Epic Brozo) di Calha. Anche perché così si è potuti arrivare prima di tutti a Davide Frattesi, uno dei migliori centrocampisti in circolazione (ha segnato quanto il rigorista Calha nonostante il suo ridottissimo minutaggio).
Via soprattutto Romelu Lukaku, qui forse il vero colpo (a parametro zero, ovviamente) di Marotta: nessuno, forse neanche l’Inter stessa, si sarebbe mai aspettata l’impatto così devastante di Thuram, sia a livello di funzionalità sia dal punto di vista realizzativo.
Nodi da sciogliere
L’Inter sta veleggiando verso la seconda stella, il grande obiettivo della società nerazzurra, il primo scudetto targato Simone Inzaghi, o meglio la grande rivincita dell’allenatore piacentino della Beneamata, praticamente esonerato lo scorso aprile.
Ma per il futuro bisogna chiudere due trattative in piedi da tempo, prima che qualche big inglese (più che araba) rischi di incastrare i meccanismi perfetti della squadra nerazzurra: Lautaro Martinez e Barella non hanno ancora rinnovato: il PSG potrebbe prendere il Toro per le corna, Guardiola ci ha già provato una volta col centrocampista sardo, e potrebbe tentarlo di nuovo.
Un retroscena sorprendente
Ora l’Inter è un punto d’arrivo per molti top player, ma non è sempre stato così: “L’Inter mi ha cercato ai tempi del presidente Ernesto Pellegrini. E mi aveva chiamato al Napoli Luciano Moggi, allora direttore sportivo”. Questo il retroscena di Amedeo Carboni, di recente, sulle colonne dell’Corriere Fiorentino.
Alla fine l’ammissione: “Non gli diedi retta e alla fine il contatto giusto fu quello con Paolo Mantovani, presidente della Sampdoria, la squadra più fascinosa dell’epoca”. Peccato che, ironia del destino, quell’anno lo scudetto lo vinse proprio l’Inter. “Sì – chiosa Carboni – ma noi eravamo più forti”.