Smalling a un passo dal congedo: il difensore vicinissimo ai rivali | La storia si ripete ancora
Il rientro (positivo) in campionato contro il Torino non implica che Smalling resterà alla Roma nella stagione che verrà. Tutt’altro.
Mancava in Serie A dalla terza giornata di campionato, dalla sfida casalinga persa dalla allora squadra giallorossa allenata da Mourinho contro il Milan. Anche se a dirla tutta Chris Smalling, quello che tutti i tifosi romanisti hanno ammirato, non si è mai visto.
Male all’esordio contro la Salernitana di Paulo Sousa, malissimo a Verona contro l’Hellas. Si è saputo poi il perché, un infortunio al tendine d’Achille he lo ha martoriato più del dovuto, sia perché il difensore inglese non ha voluto fare le infiltrazioni, sia per i suoi detrattori che puntano il dito sull’aspetto alimentare. Tant’è.
Il rapporto tra Smalling e Mourinho è terminato molto prima dell’esonero dello Special One, le continue frecciatine del portoghese hanno rinchiuso l’ex Manchester United in un silenzio rotto sui social, guarda caso non appena c’è stato il burrascoso divorzio tra Mourinho e i Friedkin, con pesante litigata annessa.
Contro il Torino è tornato tra i titolari: 78 minuti e un buon inizio, direttamente proporzionale alla sua buona forma fisica. Secondo la Gazzetta dello Sport, l’utilizzo di Smalling è stato fortemente caldeggiato da Daniele De Rossi. Perché
Tutti utili alla causa giallorossa
Nella visione di gioco di Daniele De Rossi, l’ex capitano del Manchester United, al netto delle sue condizioni fisiche, è un jolly da giocarsi in qualsiasi momento: può giocare sia a tre sia a quattro là dietro e dare varianti all’allenatore della Roma, oltre che allungare la rosa.
Un ritorno ritorno importantissimo, dunque, quello dell’inglese, funzionale proprio alla concezione di Daniele De Rossi. Che sta coinvolgendo tutti per l’assalto alla Champions. D’altronde tutti utili, ma nessuno indispensabile.
Fino a fine stagione. E poi?
La lunga storia tra Smalling e la Roma potrebbe terminare a fine stagione. Tre motivi che lasciano intendere questa fine. Il primo non può essere che fisico: a 35 anni e quelle condizioni un po’ così, non sono garanzia di integrità, a prescindere da chi sarà l’allenatore della Roma; i Friedkin sono dalla parte della linea verde, e la situazione economica della Roma è quella che è.
Smalling, inoltre, ha il contratto in scadenza nel 2025: la Roma non può permettersi certo il rischio di perderlo a parametro zero e, visto che di rinnovo non se n’è parlato finora, la cessione farebbe comodo a tutti. Anche al Napoli, e qui arriva il terzo motivo, che potrebbe ripercorrere la strada che fu di Manolas: dalla Capitale alle fale del Vesuvio, proprio in una situazione simile.