Ma quale Milan, tu resti qui: Lazio, intervento perentorio di Lotito | La sua carriera si chiude a Roma
Il presidente della Lazio attacca tutti, Lega e FIGC, dopo Lazio-Milan, ma non provate a prendergli i suoi pupilli. Ecco cosa è successo.
È andato ben oltre la polemica per l’infuocato Lazio-Milan e la sciagurata prova dell’arbitro Di Bello, che probabilmente verrà fermato di nuovo dall’AIA. Lotito neanche l’ha nominato il direttore di gara che con le sue decisioni, insieme a VAR e Avar, ha innescato un vespaio di polemiche.
“Quando un sistema non garantisce più credibilità, ti rivolgi a chi è preposto a far rispettare le leggi. A quali sedi ci rivolgeremo? A quelle a cui si rivolgono tutti i cittadini quando c’è violazione di leggi e di norme”. Un fiume in piena il presidente della Lazio, quando gli tocchi la sua squadra finisce sempre con qualcosa di clamoroso.
Altro che Di Bello e gli errori sportivi in Lazio-Milan. Il presidente della Lazio parlava di politica sportiva. L’obiettivo era la Lega, ma soprattutto Gravina e la FIGC, non nominato ma non c’era neanche bisogno di farlo, tanto eclatante era il suo j’accuse.
“Quando si verificano in modo reiterato alcune situazioni, viene meno la valutazione del merito sportivo. O il sistema è in grado di correggersi in totale autonomia, o ci si deve rivolgere a organismo terzo”. Detto, fatto.
Toccategli tutto ma non la sua Lazio
Lotito è passato dalle parole ai fatti, a quanto pare. Secondo Repubblica, il presidente della Lazio si rivolgerà alla Procura per un esposto e Le due sfide di Lotito contro arbitri e Figc: esposto in Procura e ricorso in Europa. In perfetto stile Lotito.
È fatto così, sempre pronto a battagliare, lo ha fatto addirittura per una frangia dei tifosi suoi. Difficilissimo trattare con lui, ha portato Milinkovic Savic a scadenza pur di non cederlo a certe cifre, ovviamente al ribasso rispetto a quanto valutava il Sergente serbo.
Il retroscena
Qualche giorno fa perfino Marco Parolo ha rivelato un retroscena di quando giocava alla Lazio. “C’è stato un momento, dopo il primo anno, che sarei potuto andare via”. Fu Lotito a opporsi al tentativo proprio del Milan, allora in mano a Berlusconi, col suo fido Galliani.
“Io non ci credevo e pensavo – continua Parolo – pensavo fosse uno scherzo”. Invece era tutto vero: “Anni dopo – chiosa l’ex centrocampista della Lazio – lo stesso Galliani, fermandomi mi disse che mi voleva prendere ma Lotito gli rispose ‘Toccatemi tutti ma non Parolo’. Fu un gesto bellissimo”. Anche se da bambino Parolo era un tifoso milanista, e sarebbe andato molto volentieri, anche se alla fine forse è stato meglio così vista la sua carriera in biancoceleste.