Milan, rivoluzione in panchina: due ex rossoneri si sfidano per il posto | Uno di loro è un pupillo di Pioli
Pioli sì, Pioli no. La questione allenatore per la panchina che verrà continua a tenere banco in casa Milan. Ma non solo.
Quattordici punti di distacco dal primo posto, con l’aggravante che lassù ci sono gli odiati arcinemici nerazzurri, sempre più vicini dal mettere la seconda stella (numeri alla mano potrebbe anche succedere nel derby) è una situazione mal accettata dalla dirigenza del Milan.
Cardinale, nel giorno dell’investitura di Zlatan Ibrahimovic di fatto come numero due rossonero, dietro soltanto al numero uno di RedBird, non era soddisfatto all’epoca, adesso un po’ di più. Ma il giusto. Il nuovo Milan, infatti, lascia ben sperare.
Tutto merito di un super trend che ha portato la squadra di Stefano Pioli a risalire la classifica, superare la Juventus, staccandola nell’ultimo turno di campionato: portandosi a +6 sui bianconeri. Risultato importante per una questione economica, di partecipazione alla Supercoppa italiana, con premi in denaro annessi.
Ma gli obiettivi rossoneri erano ben altri a inizio stagione. Certo, l’Europa League potrebbe far alzare un trofeo a questo Milan tornato a ottimi livelli, coincisi guarda caso con Leao di nuovo in hype.
Servono rinforzi
Oltre che un centrale, per competere con l’Inter servono nuovi investimenti, promessi peraltro proprio da Gerry Cardinale, a partire da qualcuno che parli la stessa lingua del talento portoghese. Un signor numero 9. I nomi che girano sono sempre gli stessi, almeno per ora.
Da Sesko del Lipsia a Gyokeres dello Sporting Lisbona, passando per David del Lille e Guirassy dello Stoccarda. C’è anche un’idea suggestiva, quella di Gonçalo Ramos del PSG, ma soltanto se i parigini dovessero aprire a una cessione a titolo temporaneo. Il primo nome della lista, però, resta quello di Joshua Zirkzee del Bologna. L’altro nodo è l’allenatore del Milan. In soldoni: Pioli sì, Pioli no?
Le scelte da fare
Paolo Scaroni continua a ripetere che Stefano Pioli resta “perché mi piacciono gli allenatori che vincono”. Fino a qualche settimana fa non era affatto così pensando alla valanga di #Pioliout che spuntavano ogni qualvolta il Milan non vinceva. Bisogna aspettare per la certezza di un Pioli che, dal canto suo, ha già fatto il primo passo, dicendo: “Il Milan non si lascia”.
Le scelte da fare, comunque, sono due. Già, Gerry Cardinale ha ribadito l’intenzione del Milan di seguire l’esempio della Juventus, con la costruzione di una sorta di Next Gen rossonera, da far giocare in Lega Pro. Sì, ma in mano a chi? La panchina attualmente è per due. Il primo nome è quello di Ignazio Abate che tanto sta facendo bene con la Primavera (ai quarti di Youth League), il secondo è quello Daniele Bonera, collaboratore di Stefano Pioli. Se Pioli non dovesse restare, via libera a Ignazio Abate (forse), altrimenti si vedrà nelle prossime settimane.