Esclusiva Jens Nowotny (ex capitano Bayer Leverkusen): “Con la Roma può essere un vantaggio” | Svelato il piano dei tedeschi
Un anno dopo è ancora Roma-Bayer Leverkusen, ancora nella semifinale di Europa League. Nella scorsa stagione passò la Roma, quest’anno però il Leverkusen arriva dopo aver dominato il campionato.
Della doppia sfida di stasera ne abbiamo parlato con Jens Nowotny, capitano del Bayer quando, nel 2002, perse tre titoli (campionato, finale di Coppa di Germania e finale Champions League) al termine della stagione.
La crescita del Leverkusen è cominciata l’anno scorso?
“Sì e no. Non era così costante. La squadra riusciva a giocare due, forse tre partite in maniera eccezionale, poi però aveva dei giri a vuoto sistematici. Si vedeva che c’era la qualità, ma non riusciva a esprimersi con costanza”.
Sono quindi stati importanti gli acquisti estivi?
“Beh, Xhaka è il volto della squadra. Anche Grimaldo e Boniface si sono inseriti alla perfezione. Sono tutti giocatori adatti alle idee di gioco di Xabi Alonso e quindi hanno anche avuto bisogno di poco tempo per assimilare gli schemi”.
Cosa ha cambiato l’arrivo del presidente Carro?
“La visione a lungo termine. Nel calcio si pensa sempre a ottenere i risultati nell’immediato, lui invece è molto concentrato nella crescita costante della squadra. Lui, l’amministratore delegato Rolfes e Xabi Alonso sono stati molto bravi a prendere decisioni che fossero utili tanto per il presente quanto per il futuro”.
Bayer Leverkusen, ecco il segreto del successo
Quali sono invece i meriti di Rolfes?
“È molto equilibrato. Sia nelle decisioni, ma anche nella comunicazione. Non esalta e non attacca la squadra pubblicamente. Sa trovare le parole giuste in pubblico per non appesantire mai la situazione. E poi si è circondato di ottimi scout. So che i resoconti sono sempre molto approfonditi e dettagliati”.
E poi ha anche il coraggio di non vendere subito i migliori giocatori…
“Il Leverkusen sa di non poter garantire ai calciatori la vetrina o gli stipendi che invece offrono i migliori club in Europa. Qui i giocatori sanno che il Bayer per loro è un trampolino di lancio. Con la società che è stata brava a crearsi la nomea del club che vende al momento giusto. Né troppo presto, che può essere un rischio per il ragazzo se non è pronto al grande salto, né troppo tardi. Spesso calciatori che sono andati nei migliori club d’Europa poi, un anno dopo, hanno dovuto tornare sui propri passi. Il Leverkusen per i giocatori è credibile: restare qui un anno in più non compromette il trasferimento nel futuro, quando il ragazzo è più preparato ad affrontare la pressione del salto”.
Roma-Bayer Leverkusen, il grande giorno è arrivato
Si aspetta partite simili a quelle di un anno fa?
“Probabile, anche se la Roma con De Rossi è meno difensiva di quanto fosse con Mourinho. Inoltre i presupposti sono diversi. Il Leverkusen ha più consapevolezza e avendo già affrontato i giallorossi sa che tipo di partita lo aspetta. Servirà pazienza. E la difesa dovrà dimostrarsi stabile quando la Roma partirà in contropiede”.
È un vantaggio giocare il ritorno in casa?
“Lo si può dire solo alla fine. Con il West Ham è stato meglio giocare l’andata in casa perché la squadra ha indirizzato il discorso qualificazione. Con la Roma, che probabilmente avrà un atteggiamento meno spregiudicato, potrebbe essere meglio giocare il ritorno in casa per avere il pubblico dalla propria parte fino all’ultimo minuto e, in caso, ai supplementari”.
Ritiene che il calcio italiano abbia ancora una mentalità vecchia?
“Per niente. Io credo che l’identità nel calcio sia importante e in Italia la difesa è sempre stata al centro della tattica. Negli ultimi anni il calcio italiano ha avuto meno successi che non in passato, ma i cicli esistono ovunque. Le ultime due generazioni sono state cresciute con l’idea di un calcio diverso, ma per me quella basata su difesa e contropiede non è una filosofia che invecchierà mai”.
Di De Rossi che pensa?
“Credo che come Xabi Alonso sia l’uomo giusto al momento giusto. Le squadre spesso hanno bisogno di una guida, di una figura che trasmetta alla squadra non soltanto le proprie idee ma anche il proprio carisma. Se ci riesce, il successo è una logica conseguenza. Quella di De Rossi alla Roma è una bella storia e vediamo come si svilupperà. Ma quel che ha ottenuto fino a questo momento non era scontato e per questo non è casuale”.