“Non puoi andare avanti così”: Roma, l’annuncio è devastante | Ritiro dal calcio unica opzione
Le dichiarazioni del calciatore fanno intravedere la fine della sua carriera, per la tristezza dei tifosi giallorossi che lo hanno amato.
La stagione della Roma si avvia alla conclusione tra gioie e dolori, ma anche tra tanta speranza visto quanto di buono ha fatto la squadra ultimamente.
Tuttavia le brutte notizie sono sempre dietro l’angolo anche nel mondo del calcio, e nelle scorse ore una di queste ha colpito in pieno come un fulmine il centro sportivo di Trigoria.
Il calciatore con delle recenti dichiarazioni ha fatto capire a chiare lettere di essere costretto ad appendere gli scarpini al chiodo, per la disperazione dei tifosi che lo hanno amato e ammirato con la maglia giallorossa.
Addio al calcio per il calciatore
Di recente Javier Pastore ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ‘Ultimo Uomo’. I temi affrontati da Flaco sono stati parecchi, ma in particolar modo si è soffermato sui tanti problemi fisici che ne hanno caratterizzato anche i suoi ultimi mesi nella Capitale. Infatti un problema all’anca lo ha spesso tenuto lontano dal terreno di gioco, e ancora oggi lo perseguitava, fino a che non si è operato inserendo una protesi.
Con le sue parole però il fantasista argentino ha fatto chiaramente capire che ormai il suo tempo è finito, e che il ritiro sembra l’unica soluzione plausibile per lui. A 34 anni l’ex Palermo è ormai fermo da quasi una stagione, e riprendere, con tutte le difficoltà che lo contraddistinguono, rischia di essere davvero molto difficile.
L’annuncio di Pastore che non lascia scampo
”Sono stato due anni convivendo con il male all’anca, e dopo quattro mesi senza allenarmi, chiuso in casa per la pandemia, è arrivato il punto in cui ho cominciato a pensare: basta. Ma è stato il corpo, non la testa, a farmelo pensare: io avevo tanta voglia di tornare in campo, dimostrare il mio valore e aiutare la squadra, ma il mio corpo non mi era d’aiuto”.
”Per mesi mi ero allenato prendendo medicinali e facendo infiltrazioni ogni singolo giorno, con i medici della Roma che dicevano al mio procuratore: ‘Fallo fermare per favore, non possiamo vederlo così’. Zoppicavo, avevo male, però non volevo fermarmi, anzi mi allenavo duramente per tornare in forma. Mi dicevano: ‘Flaco, fermati, non puoi andare avanti così’.