‘In pericolo di vita’: dramma sfiorato per un giallorosso | Nessun tifoso poteva immaginarlo
Popolo giallorosso in ansia, nessuno poteva immaginarlo, ecco cosa si è rischiato e cosa sta succedendo ora.
Ogni volta che gioca crea scompiglio nelle difese avversarie, ha talento e classe per fare tutto ciò che vuole con il pallone tra i piedi. Ma ogni volta che si accascia al suolo, che cade semplicemente, fa venire apprensione. Ansia. Spavento.
Dybala è così. Per averlo in squadra e ammirarlo, bisogna prendere tutto il pacchetto. Classe pura, direttamente proporzionale ai suoi infortuni. L’ultimo in occasione di Roma-Genoa, una vittoria made in Lukaku che ha permesso alla Roma di De Rossi di chiudere per lo meno al sesto posto in classifica.
Fatto entrare da DDR a mezz’ora dalla fine, l’argentino è stato tolto prima del fischio finale, è uscito dal campo scuro in volto per i soliti problemi muscolari che non gli danno tregua, guai fisici che si ripetono di stagione in stagione e che lo fanno scendere in campo con il contagocce. Una situazione che si è trascinata anche nella sfida contro il Genoa.
In un primo momento, dallo stadio, non si era capito se fosse stata una scelta tecnica oppure un nuovo problema fisico, l’ormai famigerata noia muscolare, tant’è che De Rossi ha glissato nella conferenza stampa post partita.
La brutta notizia
Scaloni avrà visto l’ennesimo scampolo di partita e ha preso una decisione apparsa quasi inevitabile. A differenza di Paredes, la Joya non figura nei convocati iridati per la doppia amichevole di preparazione alla Coppa America contro Ecuador e Guatemala.
Una decisione che mette a serio dubbio la partecipazione della stella romanista a una competizione che qualsiasi sudamericano vorrebbe giocare. Ma per un popolo, quello romanista sempre in apprensione quando c’è di mezzo Dybala, ce né un altro a bocca aperte per alcune dichiarazioni choc.
“Stavo veramente male, ho rischiato di morire”
Ha fatto scalpore l’intervista di recente di Ylber Ramadani, centrocampista del Lecce, che si sta godendo una salvezza per certi versi insperata, ma che se l’è vista davvero brutta causa un’infezione non di poco conto.
“Sono stato davvero male – rimarca il centrocampista giallorosso – c’è stata grande preoccupazione ma ora sono tornato, sto bene e sono contento di averlo fatto festeggiando la salvezza – ammette il centrocampista albanese – è stato come avere intorno a me una famiglia. Per dieci giorni tutti mi hanno guardato come fossi un bambino, come fossi il figlio di tutti, del presidente, dei direttori o del mister”. Tutto è bene, quello che finisce bene.