Esclusiva Babbel: “L’Italia la squadra più forte già nel 1996. Ora non mi sorprende fatichi così…” | Ecco il motivo della debacle
Markus Babbel, ex campione d’Europa con la Germania, ha parlato ai nostri microfoni della Nazionale italiana e non solo
Avanti e indietro fra ricordi e attualità. Nel 1996 Markus Babbel vinceva l’Europeo con la Germania. Ci riusciva eliminando l’Italia nella fase a gironi. Per lui quella la nazionale più forte mai affrontata. Distante anni luce da quella attuale. “All’epoca l’Italia era la squadra più forte del torneo, per fortuna è uscita – ci ha detto in esclusiva –. Quella partita, finita 0-0, la guardai dalla tribuna perché ero squalificato. E non ho mai visto una squadra così forte”.
Cosa ricorda di quella partita?
“L’Italia avrebbe dovuto vincere 5/6-0. Il nostro portiere fece delle parate assurde. Non capisco come quella partita sia potuta finire 0-0. Ma tutte le nazioni vivono fasi come quella che sta vivendo ora l’Italia. Non so quanto bene si lavori nel settore giovanile, ma sono fasi. In Germania mancano i veri numeri 9: negli ultimi 15 anni i ragazzi sono cresciuti col mito del possesso palla e dei passaggi. Poi però ora ci si è accorti che mancano i finalizzatori”.
Ora invece la nazionale italiana è in grande difficoltà…
“Per me non è stata una sorpresa. L’Italia aveva una squadra buona, ma non forte. Rispetto a tre anni fa hanno smesso Chiellini e Bonucci, mancano Immobile, Insigne e Berardi. Parliamo di giocatori importanti. La nuova generazione ha bisogno di tempo per fare bene. Manca esperienza, anche perché in Qatar l’Italia non c’era e quindi si è persa un’occasione di crescita. Per me era chiaro che l’Italia non sarebbe andata oltre i quarti. E infatti non ci è nemmeno arrivata. La Svizzera poi è molto forte. Il risultato non mi ha sorpreso, mi ha spiazzato il modo in cui l’Italia si è arresa”.
Della Germania e dell’eliminazione con la Spagna che pensa?
“La Spagna è una squadra fortissima, quella che non ha problemi, in nessun ruolo. Ha giocatori esperti e giovani di grande talento. Ma la Germania ha fatto benissimo. Inoltre, considerando che da anni la Germania faticava a fare bene, c’è una chiara inversione di tendenza. Si è creato entusiasmo, il Paese ha sognato. Fare bene non vuol dire solo vincere, ma seminare. E mi sembra sia stato fatto bene”.