“Volevo rimanere a vita”: Capitale in lacrime, le prime parole dopo l’addio | Svelato l’episodio che ha distrutto tutto
Con una lunga lettera l’idolo dei tifosi manifesta il proprio dispiacere per la fine della sua parentesi nella Capitale, le sue parole
Le due romane hanno cambiato molto in questa sessione estiva. I giallorossi hanno investito oltre 100 milioni e sono intervenuti in ogni reparto, salutando diversi giocatori che avevano fatto parte del triennio targato Mourinho. La rosa è stata rinforzata sia con profili d’esperienza, come i centrali difensivi Hermoso e Hummels, sia con talenti di prospettiva, da Le Fèe a Koné.
L’inizio di campionato non è stato dei migliori, tanto che i Friedkin hanno deciso di esonerare Daniele De Rossi e di affidare la gestione della squadra a Ivan Juric, che ritorna su una panchina di A dopo aver guidato l’Hellas Verona e il Torino.
A Formello la situazione è più serena, con sette punti conquistati nelle prime quattro partite. Marco Baroni deve ancora registrare la linea difensiva che ha sempre preso goal ma le punte hanno dato delle risposte incoraggianti.
Non ci si aspettava un apporto subito decisivo da parte dei nuovi arrivati, come Boulaye Dia, chiamato idealmente a sostituire Luis Alberto che è stato il perno della trequarti per diverse stagione con la maglia dei biancocelesti.
Una lunga lettera per manifestare il proprio amore nei confronti dei tifosi capitolini
Proprio lo spagnolo ha scritto una lunga lettera che Cronache di Spogliatoio ha pubblicato sul proprio sito e che svela il fatto che il suo addio sia avvenuto contro la sua volontà: “Non sarei mai andato via dalla Lazio. Sarei rimasto a vita. E ci ripenso spesso: chissà se nel 2020 avremmo potuto vincere lo Scudetto. Eravamo lì. Poi è arrivato il Covid, è arrivato il lockdown. Senza, ce la saremmo giocata fino all’ultima giornata“.
Un rammarico che continua a tormentarlo: “Appena il campionato è ripreso, abbiamo perso Leiva e Cataldi per infortunio, ma anche Marusic e Patric. Siamo rimasti in pochi, dopo due mesi fermi, e il nostro ritmo non era più lo stesso. Fino a febbraio, le partite in casa le vincevamo al 20″.
Luis Alberto racconta l’unico rammarico che ha avuto negli anni tra le fila della Lazio
La situazione permetteva di sognare in grande: “Eravamo in testa con la Juventus, con 17 vittorie su 22 partite, e avevamo alzato la Supercoppa Italiana. Era normale che ne parlassimo in spogliatoio“.
Una sconfitta ha spezzato le ali: “Siamo arrivati ad affrontare il Milan senza Ciro e Caicedo. Nella prima partita dopo il lockdown, vincevamo 0-2 contro l’Atalanta. Abbiamo fallito lo 0-3 e alla fine abbiamo perso 3-2“.