De Rossi, dietro l’esonero l’assurda verità: ‘C’è una nuova versione dei fatti’ | Mandato via per un nonnulla
Emergono nuovi incredibili retroscena sulla scelta della Roma di esonerare De Rossi: l’allenatore è stato mandato via per questo motivo.
La storia tra Daniele De Rossi e la Roma è finita, in un modo assolutamente sorprendente sia per le modalità che per le tempistiche. Dopo la sfida tra il Genoa e i giallorossi, terminata 1-1 con il gol in extremis segnato da De Winter, Dan e Ryan Friedkin sono sbarcati nella Capitale.
I proprietari del Club hanno analizzato da vicino la situazione, l’inizio complicato di campionato con ancora zero vittorie in Serie A e appena e punti in classifica e le varie considerazioni fatte hanno portato alla clamorosa decisione di esonerare l’allenatore.
Un bottino troppo misero, specialmente in considerazione dell’imponente mercato fatto in estate, in generale una sola vittoria nelle ultime undici partite giocate considerando tutte le competizioni, e il forte timore di allontanarsi troppo dalle zone alte della graduatoria.
L’obiettivo primario e principale è il ritorno in Champions League e un’eventuale mancata qualificazione sarebbe un bagno di sangue sia dal punto di vista tecnico che economico-finanziario. Daniele De Rossi non ha però avuto né il tempo né il modo per poter aggiustare le cose.
De Rossi, retroscena sull’esonero
L’organico è stato rivoluzionato in estate e mettere insieme tanti elementi nuovi non era facile. Serviva tempo, tempo che però i Friedkin non gli hanno voluto concedere. Intanto a pochi giorni dall’esonero, emergono nuovi retroscena su questa scelta.
Il Romanista scrive: “Nessuna lite, nessuno sfogo, nessun aut aut, nessuna questione sui collaboratori veri o presunti, nessun rimprovero sulle parole di Totti o sulla gestione del caso Zalewski o sulle incertezze relative al mercato. Niente di niente, solo dati.
Il motivo della scelta dei Friedkin
Mettendo insieme le mele con le pere, come certi analisti un po’ superficiali avevano fatto nei giorni scorsi, gli hanno rinfacciato che la Roma ha vinto una partita delle ultime 13, ha concesso troppi tiri e troppe occasioni agli avversari in contrattacco o sui recuperi alti, e hanno obiettato sulla qualità di ogni tiro (xG/tiro).
Hanno obiettato che la Roma è quindicesima per tiri creati in contropiede con possesso palla a partire dalla propria metà campo e nei tiri in meno di quindici secondi, e dodicesima nei tiri creati cinque secondi dopo un recupero alto”. Potrebbero quindi essere state queste le motivazioni che hanno portato i proprietari della Roma ad esonerare De Rossi e a prendere Juric al suo posto.