Molestie, irruzioni a sorpresa e niente stipendi: ‘A spese nostre anche le terapie’ | La confessione sconvolge i tifosi
Rivelazioni incredibili e testimonianze che aiutano a ricostruire eventi davvero al di fuori di ogni logica. Ecco che cosa è successo.
Una storia che ha davvero dell’assurdo e che nulla dovrebbe avere con il mondo del calcio. Questo sport è ricco di squadre che spesso sono come famiglie. I calciatori, un po’ come tanti lavoratori, passano molto tempo in un centro sportivo o su un campo di gioco.
Ciò che succede su questo particolare “luogo di lavoro” influenza sicuramente anche le vite private degli atleti. La passione e il piacere per il gioco del calcio fanno il resto, con quell’abitudine che spesso si tramuta in vera e propria ossessione.
Al cuore non si comanda, direbbe qualcuno e in fondo è proprio così. Questa vicenda tuttavia ha assunto dei contorni quasi macabri grazie a una cattiva gestione di un progetto molto promettente. I risultati in campo all’inizio erano stati persino molto incoraggianti.
Poi ecco il buio con una serie di episodi davvero pericolosi e che hanno lentamente compromesso la situazione. Molestie, pagamenti degli stipendi mai arrivati e molto altro ancora. Sarebbe stato praticamente impossibile continuare con quelle condizioni.
Ecco che cosa è successo
Stipendi non pagati e contratti falsificati, giusto per citare due abitudini davvero molto pericolose oltre che assolutamente contro i regolamenti. La Gazzetta dello Sport ci aiuta a ricostruire la vicenda assurda del Pomigliano e della sua formazione femminile.
Prima qualche stagione nello stesso campionato al quale hanno partecipato anche Roma, Juventus e Milan dopodiché una lenta decadenza e alcune pratiche non proprio in linea con i valori del club. Restare ad alti livelli, sotto tutti i punti di vista, è diventata una missione impossibile.
Una vergogna senza fine
Nel documento diffuso da FifPro con il titolo “Pomigliano, storia di un club da incubo” si parla di stipendi non pagati, contratti falsificati e un’assistenza medica per le atlete a carico delle stesse. Roba da mani nei capelli.
“Volevano che dessimo il 100% in campo – racconta una tesserata –, ma quando ci siamo infortunate, il club non si è fatto carico delle cure. Ci si aspettava che pagassimo tutto: riabilitazione e fisioterapia. Eravamo mentalmente esauste”. Denunce che sono arrivate anche in seguito a comportamenti sospetti dei dirigenti nei confronti delle calciatrici. Dopo la retrocessione ora il sindacato vuole vederci chiaro e ha tutta l’intenzione di arrivare al cuore della vicenda.