Questo stadio non s’ha da fare: la brusca frenata fa tremare Friedkin | Tutto da rifare
Un altro stop nel percorso che dovrebbe portare alla realizzazione del nuovo stadio di proprietà della Roma. Friedkin su tutte le furie
Nel discusso e non del tutto gradito comunicato che Dan e Ryan Friedkin hanno pubblicato qualche giorno fa sui profili social della Roma, un messaggio rivolto soprattutto ai tifosi, non è sfuggito ai più un accenno al nuovo stadio che i proprietari del club giallorosso intendono realizzare.
Com’è noto l’impianto di proprietà dovrebbe sorgere nel quartiere di Pietralata, una zona che i cittadini conoscono per la presenza dell’ospedale Sandro Pertini. Dan Friedkin prima di avviare il nuovo progetto aveva abbandonato il dossier legato alla realizzazione dello stadio romanista a Tor di Valle.
Convinto di non dover affrontare un percorso ad ostacoli come accaduto per i precedenti proprietari, l’imprenditore di Houston ha iniziato a lavorare a questo nuovo progetto affiancato e sostenuto dal sindaco di Roma Gualtieri e dalla stessa maggioranza che governa attualmente la città.
In realtà anche questo percorso si è rapidamente trasformato in una sorta di Via Crucis, a causa dell’ostracismo espresso dal ‘Comitato del No allo stadio‘, sorto contestualmente con l’avvio del progetto voluto dai Friedkin e dallo stesso Comune di Roma.
Nuovo stadio, questa non ci voleva: Friedkin va su tutte le furie
Fin da subito gli esponenti del suddetto Comitato, insieme ad alcuni residenti della zona, hanno inondato i tribunali, sia quello Civile che quello Amministrativo regionale, di ricorsi con l’obiettivo dichiarato di far naufragare il progetto del nuovo stadio.
Molti ma non tutti di questi ricorsi sono stati respinti, qualcuno relativo alla proprietà di alcune aree adibite alla costruzione dell’impianto è invece stato accolto. Nelle ultime ore poi un’altra pesantissima tegola si è abbattuta sulle speranze di Dan e Ryan Friedkin.
Nuovo stadio, la doccia gelata: ora si blocca tutto
Lo scorso 27 settembre è stato presentato presso il Tribunale Civile di Roma un ricorso per la ‘reintegrazione nel possesso‘ delle aree sgomberate ad agosto. Si tratta di un nuovo e ulteriore ostacolo di natura legale destinato a frenare il percorso del progetto stadio.
Se i Friedkin e il sindaco Gualtieri avevano pensato al 2025 come l’anno giusto per la posa della prima pietra e l’inizio dei lavori, dovranno rassegnarsi allo slittamento della data di apertura ufficiale dei cantieri. Il nuovo stadio della Roma somiglia sempre di più a un miraggio.