Denunciato seduta stante: Var, le proteste gli costano care | Era stato l’unico a metterci la faccia
Bisogna attenti con le parole. Le proteste plateale portano a delle conseguenze in termini di Var. È stato denunciato.
Gli arbitri continuano a sbagliare in questa prima parte di campionato. Per dirlo Rocchi, vuol dire che stiamo messi male. “Soddisfatto degli arbitraggi di questa giornata? No”. Così un lapidario responsabile CAN sull’ultima giornata di Serie A prima per la sosta per gli impegni della nazionale.
Il rigore non concesso alla Roma per un pestone netto su Baldanzi, neanche da rivedere al Var, ha fatto infuriare Florent Ghisolfi, che ha puntato il dito nei confronti del direttore di gara, esigendo addirittura rispetto, anche se in francese.
Proteste cagliaritane in occasione del rigore concesso alla Juventus contro il Cagliari. Rigori di qua, rigori di là. I numeri dicono che in Italia si fischia molto più che in Europa. Lo stesso Var è utilizzato troppo spesso ma non sempre.
Oltre la mancanza di uniformità di giudizio colpiscono proprio i penalty assegnati, addirittura 42 in Italia. Una cifra spropositata rispetto a tutta Europa. Abbiamo una media di 0,46 e quindi circa 4,6 penalty a giornata. Ventotto in Spagna (su 90 partite, media 0,31 di media), 27 in Francia (in 63 gare con 0,43), 23 in Bundesliga (su 54 match, media 0,43).
Differenze abissali
Colpiscono i 20 rigori in più rispetto alla Premier League dove, con lo stesso numero di partite della Serie A, ne sono stati concessi solamente 12. Una differenza abissale. Rocchi torna ad abbottonarsi. “Dobbiamo essere bravi a concedere quelli che esistono davvero – continua il designatore arbitrale, a margine di “Giustizia in goal”, la presentazione del codice di giustizia sportiva Figc – i rigori, rigori”.
Ma questo sentiment dilagante di tifosi, e a quanto pare tesserati, che non capiscono più quale sia il metodo arbitrale, rischia in primis di falsare le partite, e poi di esacerbare gli animi, che già non sono sereni.
È successo in Liga
È finita malissimo per un ex conoscenza del calcio italiano, Diego Llorente, finito in Spagna al Betis Siviglia dopo l’esperienza in Italia con la Roma. Il difensore iberico è stato addirittura denunciato dal Comitato Tecnico Arbitrale dopo le frasi al vetriolo in occasione del derby andaluso per antonomasia.
“Non capisco nulla. Avevo le mani giù, l’arbitro dice che le avevo allargate, ma non l’ho fatto. Non è solo il rigore, cosa che può interpretare in campo, ma il fatto che il VAR non lo richiami”. Fin qui nulla di compromettere nelle parole di Llorente in zona mista. Il problema è che l’ex giallorosso ha continuato, senza freni. “Stiamo distruggendo il calcio e, oltre a questo, le spiegazioni sono una presa in giro, delle bugie”. Apriti cielo, la denuncia è scattata seduta stante.