Pellegrini, il peso dell’essere il capitano: perché da lui ci si aspetterà sempre qualcosa in più
Continua il periodo no di Lorenzo Pellegrini, che deve fare i conti con le pesanti critiche: per il capitano è l’ora di reagire
Non è facile essere il capitano della Roma, non lo è per Lorenzo Pellegrini, e non lo è stato per i suoi predecessori. La storia giallorossa è piena di figure di spicco che hanno avuto l’onore di rappresentare la città portando il peso della fascia sul braccio, ma nessuno di loro è stato esente dalle critiche.
L’ultimo in ordine cronologico è stato Daniele De Rossi che, proprio come il numero 7, è finito spesso sul banco degli imputati a causa di alcune stagioni non all’altezza. È stato lo stesso addirittura per Totti, per il quale si è arrivato a dire “È il male della Roma”, ed ha subito lo stesso trattamento Aldair, bersagliato dai tifosi nella violenta contestazione a Trigoria nell’anno dello scudetto.
La passione viscerale che lega il tifoso romanista alla squadra è un qualcosa che non si può spiegare con le semplici parole, è un qualcosa che bisogna vivere sulla propria pelle, non a caso nel corso degli anni l’Olimpico è stato terra di conquista in Europa, dove la formazione capitolina è riuscita a sconfiggere praticamente tutti i top club, anche grazie ad un’atmosfera che pochi altri impianti sportivi possono vantare.
Proprio per questo motivo chi li rappresenta ha l’obbligo di dimostrare sempre qualcosa in più, perché spesso non basta essere un fuoriclasse. In momenti di incertezza e di forti contestazioni bisogna avere le spalle larghe, saper reggere il peso dell’essere il punto di riferimento e avere il carattere per reagire, perché come abbiamo già detto nessuno è stato esente dalle critiche, ma in molti hanno saputo reagire. Questo ci si aspetta da Lorenzo Pellegrini.
Pellegrini: dalla stagione da top player con Mourinho alle critiche
Al suo arrivo a Trigoria José Mourinho si disse estremamente contento di avere in squadra un calciatore del calibro di Lorenzo Pellegrini, tanto da elogiarlo così nel corso di una delle sue prime dichiarazioni da allenatore della Roma: “Sa fare tutto, è un giocatore multifunzionale, può adattarsi in tutti i ruoli”, aveva detto su di lui lo Special One. Fino ad arrivare alla frase divenuta celebre: “Ne avessi tre di Pellegrini giocherebbero tutti nella mia squadra.”Mai parole furono più giuste visti i numeri da fenomeno collezionati in quella stagione, dove fece registrare 14 gol e 8 assist in tutte le competizioni.
Purtroppo però ad oggi quello resta un caso isolato, nonostante infatti in termini statistici risulti essere sempre un calciatore propositivo in fase offensiva bisogna fare i conti con un netto calo delle prestazioni, che lo ha portato ad oggi ad essere uno dei più criticati all’interno della rosa giallorossa. Quest’anno sembrerebbe essere il peggiore per lui, ed il fatto di non esser ancora riuscito a trovare il primo gol in stagione pesa ancora di più dal punto di vista del morale.
Pellegrini ma non solo: in tanti stanno deludendo le aspettative
La fascia sul braccio porta fin troppe attenzioni intorno a Lorenzo Pellegrini, che non è di certo l’unico colpevole di un avvio di stagione fin troppo altalenante e che rischia già di compromettere il percorso in Europa e in campionato. Sul bando degli imputati sono finiti anche Bryan Crisstante e Matias Soulé, da molti tifosi già etichettato come il nuovo Iturbe nonostante le poche partite giocate.
L’ex Atalanta mai come quest’anno rischia di perdere il posto da titolare, complice l’arrivo di Manu Koné e Niccolò Pisilli, che nella serata di ieri ha trovato anche il suo esordio in maglia azzurra. L’argentino invece paga il peso dell’investimento fatto dalla società, che ha sborsato quasi 30 milioni di euro per assicurarsi di strapparlo alla Juventus.