“Io come Totti, devo onorarla”: Roma, la n.10 è tutta sua | Erano anni che l’aspettavano
La 10 alla Roma è una maglia diversa da tutte le altre, se non fosse che l’ha indossata per decenni un certo Francesco Totti.
Che manchi un Francesco Totti a questa Roma è scontato, retorico, lapalissiano. Un giocatore del genere rappresenta un unicum nella storia quasi centenaria giallorossa. Al di là di una qualità fuori dal comune, il Pupone è stato un leader, parola ormai desueta sconosciuta.
Eppure un giocatore del genere avrebbe fatto comodo anche come dirigente, se non fosse che ce ne sono sempre meno a Trigoria. Lo scorso anno era tutto sulle spalle di Tiago Pinto e di Mourinho. Quest’anno i pieni poteri regalati a Lina Souloukou hanno portato a una situazione a dir poco negativa.
Se ci fosse stato Totti mai e poi mai l’ex CEO della Roma avrebbe potuto fare il bello e cattivo tempo, distruggere una squadra che stava dalla parte dell’allenatore ma che non è bastata per far restare uno dei figli di Roma. Che tra l’altro aveva appena rinnovato. Con un triennale.
Totti non avrebbe mai permesso a Lina Souloukou quella riunione quasi da massone, senza Pellegrini, Mancini e Paredes per chiedere alla squadra cosa ne pensavano di Daniele De Rossi, quando l’allora CEO giallorossa era già in parola con Ivan Juric.
Pasta del capitano
Non c’è più stato un altro capitano come Totti, forse De Rossi ok, ma Totti era ed è Francesco Totti. Ne sa qualcosa Manuela Giugliano, leader della Roma femminile bicampione d’Italia, una che porta la 10 sulle spalle e conosce benissimo come funziona nel club giallorosso, a differenza di chi certe dinamiche non sa cosa siano e non vuole neanche conoscerle.
“Indosso la 10 come Totti. Qui a Roma non è un numero come gli altri – dice la leader giallorossa in uno stralcio di un’intervista rilasciata di recente al TG1 – per questo devo onorarlo ogni giorno”. Per fortuna che qualcuno lo stile Roma e quel senso di appartenenza totalmente latente nella gestione Friedkin, ce l’ha ancora. E lo dice a chiare lettere.
Candidata al Pallone d’Oro
Manuela Giugliano, oltre che primus inter pares della Roma, è anche una delle candidate al Pallone d’Oro femminile. “Super emozionata – continua – perché non me lo aspettavo, mi rende orgogliosa. È il risultato del lavoro e ciò mi gratifica. Senza le mie compagne non avrei raggiunto questo obiettivo”.
Si potrebbe prendere spunto da Manuela Giugliano, trasportare questo sentiment anche nel mondo maschile. Ma non c’è nessuno che possa insegnarlo. Servirebbe in tal senso un Totti in società, ma è un’opzione a cui i Friedkin non hanno mai pensato. Figuriamoci Lina Souloukou, indotta a dimettersi dopo aver cacciato uno dei figli di Roma, senza un vero motivo logico.