Piangevo ogni notte: dramma totale nella Capitale | L’orrenda verità è venuta a galla
Il calciatore ha passato dei momenti davvero terribili. Grazie al supporto di chi gli è stato vicino ha alzato la testa.
Quando si pensa a un calciatore, alla sua bella vita e ai mille privilegi, diventa molto complicato immaginare delle notti insonni e turbolente. E invece una vita apparentemente perfetta può mettersi di traverso, trascinandoti tra mille pensieri e antiche certezze tramutatesi in debolezze.
Come è stato possibile, si chiederanno in tanti? Questione di scelte ma anche di attesa. Quel lungo lasso di tempo in cui un calciatore può restare in un limbo molto pericoloso. Lo abbiamo visto con tanti interpreti in passato e il rischio è concreto persino per gli atleti più giovani, alla ricerca della tanto attesa consacrazione.
La storia di questo atleta, seppur giovane, è un esempio per tanti calciatori che sono in attesa di una chiamata o di un debutto. Il calcio può darti tanto ma allo stesso tempo toglierti quelle sicurezze sulle quali avevi deciso di costruire le tue dinamiche professionali oltre che personali.
Se è vero che dopo la tempesta c’è sempre il sereno, il calciatore può finalmente tirare un sospiro di sollievo. Ripensando a quelle notti tuttavia scorre ancora un brivido lungo la schiena. Il pensiero di stare male ancora può essere la giusta spinta per proiettarsi verso un futuro radioso e ricco di successi.
Fuori dall’incubo
L’estate di un calciatore può essere sì il momento in cui realizzarsi ma anche quello da superare, consumati dall’attesa. Il lieto fine può essere dietro l’angolo oppure può costare settimane di sofferenza.
È esattamente quello è capitato all’astro nascente del calcio internazionale Samu Omorodion, attaccante spagnolo di origini nigeriane nato nel 2004. La sua carriera ora ha preso un’altra direzione ma fino a qualche mese fa le cose non andavano decisamente così lisce.
Notti passate a piangere
Ai microfoni di Marca il calciatore del Porto non dimentica il passato: “È stata un’estate molto complicata. Quando ero a Madrid ho passato un brutto periodo. Alla fine, grazie a Dio, è andato tutto bene. Se non ha funzionato con il Chelsea è stato per un motivo e alla fine tutto è andato bene”.
Ecco che cosa è successo: “Perché ho passato un brutto periodo? Lì a Madrid mi allenavo in disparte. Non mi sentivo un partecipante, non mi sentivo un calciatore. Mi allenavo e la mia testa mi diceva di non farlo. Ho passato un brutto periodo. Molte notti a piangere… la mia famiglia e mia madre hanno passato un brutto periodo”.