Roma, commozione a non finire: l’ex giallorosso ha incontrato Dio | Annuncio in questi minuti
Ha creato hype e commozione la storia dell’ex giallorosso che ha incontrato Dio, toccando nei cuori tutti i tifosi capitolini.
Emozione e commozione. Questa estate era stata trasformata in un gesto romantico, la scelta di Paulo Dybala di rifiutare un triennale da 75 milioni di euro da parte dell’Al-Qadsiah, neopromossa saudita di Saudi Pro League.
Ben presto l’aspetto romantico è svanito davanti a una nuda realtà, che fa rima con proprietà. I Friedkin speravano di cedere Dybala, o meglio erano convinti che l’argentino sarebbe andato via e, sotto sotto, ci speravano, causa un contratto oneroso che pesava sulla società. Non solo.
La Roma aveva rifiutato l’offerta dell’Al-Qadsiah. Che, come tutti i club sauditi, offrono un sacco di soldi ai giocatori senza trattare con le società. I Friedkin avevano detto no a quei 3-4 milioni offerti, il che vuol dire che se Dybala avesse accettato la proposta, gli arabi si sarebbero dovuti sedere a tavolino per convincere i giallorossi. Tant’è.
Il lato romantico della storia di Dyaba non esiste. Ha generato molta più commozione (vera) la storia di un ex giallorosso che ha raccontato di aver incontrato Dio, toccando veramente tutti i cuori dei tifosi romanisti.
Io e Totti
“L’immagine che racchiude tutto è quella di Aureliano Buendia in Cent’anni di solitudine, il mio libro preferito: il condannato e gli uomini del plotone d’esecuzione hanno la mia faccia”. Inizia così un racconto a cuore aperto di Walter Sabatini. Che a Roma ha vissuto il momento più alto della sua carriera: un lustro peraltro, dal 2011 al 2016.
“Nainggolan il centrocampista più forte che ho avuto, però testa di c**** notevole: aveva l’obbligo di chiamarmi all’una di notte, ma mi prendeva in giro alla grande. Però non ha mai saltato un allenamento o una partita”. Le storie a tinte giallorosse si sprecano. Ovviamente non poteva mancare un pensiero su Francesco Totti. “In lui non poteva non esserci egoismo, perché la vita lo ha condotto su quel sentiero e ce lo ha lasciato. E lui non ha avuto la forza intellettuale di liberarsi da una certa condizione. A Roma è stato un prigioniero”.
La morte in faccia
Nella lunga intervista al Corsera è un Walter Sabatini che spazia dal calcio alla vita privata, a ruota libera. Come non ricordare un coma farmacologico lungo venti giorni. “Ho incontrato chiunque sotto gli effetti dei farmaci. Sembrava così reale che mi causa ancora dei tormenti”.
Ecco l’episodio più toccante, che genera commozione a non finire. “Ho incontrato anche Dio sotto mentite spoglie, ma è stato un po’ deludente perché mi ha trattato con molta sufficienza. L’aldilà? Ci voglio credere”.