Hummels, il peso del “curriculum” e il pragmatismo di Juric: la difesa non è più una garanzia
Sono mesi difficili per Mats Hummels che ancora non ha trovato l’esordio in stagione nonostante la difesa sembri essere in difficoltà
I tifosi romanisti avevano accolto con grande entusiasmo l’arrivo di Mats Hummels, uno dei protagonisti assoluti del percorso in Champions League del Dortmund di Terzic, riuscito nell’impresa di arrivare in finale nella massima competizione continentale per club, tuttavia almeno per ora questo entusiasmo non è stato ripagato.
Il tedesco infatti ha pagato una condizione fisica precaria dovuta al non aver preso parte ad un vero e proprio ritiro, arrivando dunque in condizioni non ottimali è stata una scelta dettata dalla logica quella di non rischiarlo e di farlo recuperare a pieno in vista dei match importanti, tuttavia ad oggi la sua assenza sta diventando un vero e proprio caso dalle parti di Trigoria.
Lo stesso calciatore aveva ammesso che sa non fosse stato per la malattia sarebbe sceso in campo da titolare contro il Monza, aggiungendo poi che avrebbe giocato contro la Dynamo Kiev, ma anche in questo caso Juric ha preferito ancora una volta Ndicka, l’uomo che secondo lui occupa la posizione più adatta all’ex Dortmund.
In virtù di ciò si può dunque presupporre che il tanto agognato esordio potrà arrivare solo quando il tecnico penserà di far riposare l’ex Francoforte, che ad oggi vista la sua crescita rappresenta il vero top player del reparto arretrato, tuttavia i dubbi riguardo una coesistenza tra i due non possono che sorgere, in particolare se si analizzano i numeri collezionati dai difensori nel corso di questa prima parte della stagione.
Roma, in difesa numeri a ribasso: eppure non arriva il momento di Hummels
La tenuta difensiva sembrerebbe essere un problema di questa squadra, un problema del quale si era già accorto De Rossi, che a inizio campionato aveva deciso di passare dalla difesa a quattro ad uno schieramento a tre, che avrebbe garantito più copertura in fase di non possesso, cosa vera ma purtroppo solo in parte.Una delle soluzioni più utilizzate ad oggi da Juric è infatti quella di abbassare Angelino nel ruolo di centrale, per consentire all’esterno di sinistra di rifiatare e di non essere costretto a ripiegare in ogni situazione, ma soprattutto consente in fase di possesso di sfruttare le doti da terzino dello spagnolo con le sovrapposizioni, lasciando più libertà d’azione all’uomo avanzato e la possibilità di attaccare con più uomini.
A questo dato poi vanno aggiunte le prestazioni dei singoli, escluso Ndicka infatti sono in pochi a spiccare per il livello delle loro prestazioni. Uno di questi è Gianluca Mancini, che grazie alla sua grinta e al suo carattere riesce anche lui a mantenere una buona media voto, seppur incostante. La più grande delusione potrebbe essere proprio Hermoso, anche lui arrivato con grandi aspettative, ma anche lui ha trovato grandi difficoltà, tanto da essere anche relegato anche lui al ruolo di riserva, seppur con un minutaggio comunque da non sottovalutare. L’unico finora a cui non è stata concessa una vera e propria chance resta Hummels, forse l’unico ad avere l’esperienza necessaria per riuscire a ritagliarsi il giusto spazio nello spogliatoio sin da subito, e che invece si vede costretto a fare da semplice spettatore.
Roma, troppi gol subiti e un attacco sterile: la Champions è in salita
Decimo posto in Serie A e diciannovesimo posto su trentasei partecipanti nella nuova classifica unica dell’Europa League, questo il bottino della Roma in questa prima parte di campionato, un bottino decisamente troppo sterile, soprattutto se paragonato agli investimenti fatti in estate. Questi numeri sono frutto dei pessimi risultati collezionati dai giallorossi, che hanno dimostrato fin troppe lacune che rischiano di pregiudicare l’intera stagione.
La difesa non è più una sicurezza come lo era con Mourinho, con otto gol subiti in appena dieci partite giocate nelle due competizioni, anche qui decisamente troppi in rapporto alla qualità delle squadre affrontate ad oggi, ovvero Cagliari, Genoa, Empoli, Udinese, Venezia, Monza, Elfsborg e Dynamo Kiev, ma questo non è l’unica statistica a preoccupare. Anche quella riguardante i gol segnati lascia parecchio a desiderare, sono solo dieci le reti prodotte nel medesimo lasso di partite, di cui tre arrivati contro l’Udinese in casa, di cui la metà siglati da Artem Dovbyk, dato che non può che allarmare e che accende i riflettori sui compagni di reparto dell’ucraino, in particolare Paulo Dybala, con l’unica marcatura stagionale arrivata su rigore in casa contro l’Udinese.