Friedkin, dal sogno Mourinho all’incubo Juric: la parabola discendente di una Roma senza programmazione
La Roma texana era partita al meglio dopo l’arrivo di José Mourinho, ma dal suo addio l’involuzione è sotto gli occhi di tutti
L’annuncio di José Mourinho come nuovo allenatore della Roma ha segnato il vero e proprio inizio del cammino della famiglia Friedkin a Trigoria. Non possiamo che ritenerla una scelta più che giusta, e che aveva alimentato le speranze dei tifosi romanisti, speranze che ad oggi sembrano essersi definitivamente spente dopo l’ennesimo tracollo della squadra.
Con lo Special One i giallorossi riescono sin dal primo anno a togliersi qualche sassolino dalle scarpe, riuscendo a tornare a vincere un trofeo dopo oltre 10 anni senza successi. Sembrava che grazie al portoghese si fosse rotta una sorta di maledizione, ma soprattutto che la squadra con lui potesse crescere a livello mentale, eliminando quelle paure che troppo spesso hanno lasciato tutta la città con l’amaro in bocca.
Solo l’anno successivo infatti arriva la storica finale di Europa League, conquistata nonostante un percorso tutt’altro che eccellente in campionato, dove la Roma non è mai riuscita ad andare oltre il sesto posto, anche qui decisamente troppo poco contando gli investimenti fatti in termini di stipendi.
Quella coppa persa in quel modo è una ferita ancora aperta nei cuori dei tifosi, ma anche della società, che pagò a caro prezzo il fatto di non aver ottenuto gli introiti derivanti dalla qualificazione in Champions, una ferita che poi lo scorso anno è diventata uno squarcio che ha portato al definitivo addio del portoghese, fattore che ha contribuito all’inizio di questa parabola discendente.
Friedkin, dall’esonero di De Rossi all’annuncio di Juric: una mancanza di programmazione che costa cara
All’addio di Mourinho è seguito l’annuncio dell’arrivo di De Rossi in panchina, una mossa “furba” da parte della società che con questa scelta ha evitato il contraccolpo dovuto alle proteste dei tifosi. L’ex numero sedici tuttavia, nonostante in un primo momento sia riuscito a dare una scossa all’ambiente, non è riuscito poi a riportare la squadra in Champions League, ma nonostante questo il club ha deciso di puntare ancora su di lui, facendogli siglare un accordo di ben tre anni a oltre tre milioni di euro, una scelta che ha suscitato dubbi anche ai tifosi stessi.
Forse questo il vero errore dei Friedkin, che avrebbero potuto scegliere di puntare su un allenatore più pronto, uno abituato a vincere in questo campionato come lo era Max Allegri, eppure si è preferito puntare ancora su De Rossi, ed è proprio questo che rende ancora più inspiegabile quanto avvenuto solo pochi mesi dopo. L’esonero dopo quattro partite denota una vera e propria mancanza di programmazione all’interno della società, che nel frattempo ha dovuto dire addio anche ad una figura di spicco come lo era la Souloukou, che a quanto pare resta una delle principali colpevoli di questa decisione. A rendere tutto ancora più surreale fu l’annuncio di Juric, non di certo il nome altisonante che ci si aspettava dopo una notizia bomba come l’esonero di una leggenda.
Juric, numeri da incubo in questa stagione
Dopo l’esonero di De Rossi in molti si aspettavano un nome di spessore per ricoprire l’incarico di allenatore della Roma, aspettative decisamente non ripagate dalla società, che nelle ore successive ha ufficializzato l’arrivo dell’ex Torino Ivan Juric. Il manager croato non è certo il primo arrivato nel nostro campionato, tuttavia non è mai sembrata la migliore opzione per la piazza, ormai abituata a ben altre figure a gestire uno spogliatoio difficile come quello capitolino.
Ad oggi i giallorossi si trovano a ricoprire l’undicesima posizione della classifica, alle spalle addirittura dell’Empoli, che per la prima volta nella sua storia è uscito vittorioso dall’Olimpico. In Europa la situazione non è certo migliore, con la formazione capitolina capace di vincere soltanto in casa contro la Dynamo Kiev, vittoria arrivata dopo la cocente sconfitta in terra svedese contro l’Elfsborg. Il nuovo format dell’Europa League vede la Lazio prima nel girone unico, mentre la squadra attualmente allenata da Juric si ritrova al diciannovesimo posto su trentasei partecipanti. Numeri horror che sembrano destinati a non migliorare vista la difficoltà del calendario nelle prossime gare.