“Sono tutti morti”: Lazio, triste annuncio del Presidente | Purtroppo non ci sono superstiti
Il Presidente Lotito annuncia una vera e propria disgrazia: “Sono tutti morti”. Adesso il calcio non è più come prima
Claudio Lotito ha festeggiato ad agosto i 20 anni della sua presidenza. Con la Lazio ha vinto tre Coppe Italia e tre Supercoppe, confermandosi in pianta stabile in Europa e con il secondo posto due stagioni fa, alle spalle del Napoli. Il patron ha allestito una rosa competitiva che ha dato seguito a un lungo e fortunato ciclo, con giocatori del calibro di Immobile, Luis Alberto, Felipe Anderson e Milinkovic che hanno regalato molte gioie ai tifosi.
Quest’estate sono state poste le basi di un nuovo corso, con la scelta di Marco Baroni come allenatore e con tanti cambiamenti nel reparto offensivo. Nuove scommesse da parte del direttore sportivo Fabiani che si stanno rivelando vincenti.
Il rendimento della squadra è al di sopra delle aspettative. I capitolini sono in testa nella classifica unica di Europa League e a punteggio pieno dopo tre partite mentre in campionato sono in corsa per un piazzamento Champions.
Questo è merito di una progettazione precisa e di investimenti mirati che hanno sistemato la rosa. Innesti funzionali al gioco offensivo del nuovo mister che continua a dimostrarsi molto abile nella valorizzazione dei giovani.
Lotito e la superiorità cittadina della sua Lazio
Il presidente della Lazio Claudio Lotito, uscendo dal consiglio FIGC, è stato intercettato dai microfoni dei giornalisti presenti e ha rilasciato alcune dichiarazioni.
Ha voluto mettere in chiaro che non ha nessuna intenzione di porsi in competizione con i cugini della Roma, che navigano in cattive acque: “Da quando sono presidente, la Roma ha sempre veleggiato su posizioni inferiori”.
Gli altri sono tutti morti, le parole forti di Lotito
Una gestione nostalgica quella di Lotito: “La nostra è una famiglia in cui io metto la faccia e per questo attaccano tutti me. Nella vita, se ti assumi la responsabilità di una gestione devi farlo fino in fondo”.
Uno degli ultimi baluardi di un calcio che non esiste più: “Ho in testa un programma tale che vede la Lazio raggiungere certi obiettivi, sia in termini organizzativi che di risultati sportivi senza fare la figura della cicala, quella non la farò mai. Io lo ripeto, sono un presidente tifoso, non un tifoso presidente. I tifosi presidenti sono tutti morti dal punto di vista imprenditoriale“.