La vita dà, la vita toglie: dalla Serie A al cantiere | Ex giallorosso costretto a spaccarsi la schiena
L’incredibile storia dell’ex calciatore che non ha mai rinnegato il proprio percorso. Un esempio non solo in area di rigore.
Il gol come premio per sé e per gli altri. La famiglia del calcio sceglie con grande cura chi accogliere, soprattutto senza dimenticare quei valori umani che rendono un uomo un esempio da seguire.
Si può rincorrere un pallone senza pensare troppo al proprio percorso. Quando l’arbitro fischia l’inizio della contesa si annulla tutto e la cosa più importante è proprio chi arriva prima sull’oggetto dei desideri. Tra campionati minori e quel salto nel calcio più patinato, la voglia di dare il massimo non è mai cambiata.
La storia di questo calciatore potrebbe essere raccontata anche attraverso un altro punto di vista. Qui c’è spazio per il romanticismo del pallone ma non bisogna mai dimenticare da dove siamo partiti prima di questo enorme viaggio.
E così ci ritroviamo anche a celebrare un ex calciatore che non si è mai snaturato anzi. Portando in campo le buone maniere e quella forza che lo avrebbe accompagnato anche tra un mattone e l’altro.
Dal calcio al cantiere
Proprio così, avete letto bene. Si può essere stati dei calciatori di buon livello senza aver dimenticato il proprio percorso. È la storia di Christian Riganò, bomber ora 50enne che in tanti ricorderanno per i gol nelle categorie minori e non solo. È proprio con il Messina infatti che l’ex giallorosso ha disputato la sua miglior stagione nella massima serie firmando 19 reti in 27 partite.
Un attaccante che non si è mai nascosto e ha aiutato le compagini per cui ha giocato a raggiungere i propri obiettivi. Il Guerin Sportivo tratteggia un breve ritratto di un personaggio sicuramente particolare se paragonato alle stelle di oggi.
Christian Riganò – Lapresse – Ilromanista.it
“Dio perdona, Riga-nò”
“Il calcio per Christian Riganò è stata una parentesi nella sua carriera da muratore. Semi-professionista nelle categorie inferiori perché per il resto c’era da andare in cantiere, di nuovo a rompersi la schiena dopo aver smesso di giocare e soprattutto di segnare”.
Nonostante ciò, con i suoi 271 gol in carriera, ha aiutato realtà come Lipari, Messina e Taranto a tornare dove avrebbero voluto, con un’esperienza con la maglia della Fiorentina (ai tempi Florentia Viola) nel 2002/03. Un bomber d’altri tempi che rappresenta un esempio unico nel mondo del calcio. Altro che privilegi: tanti sacrifici e la voglia di restare coi piedi per terra.