“Era una partita aggiustata”: scandalo in Serie A, campionato compromesso | Tirata in ballo la mafia
La Serie A è di nuovo nell’occhio del ciclone: clamoroso scandalo nel campionato italiano. La partita era truccata: c’è l’ammissione.
Il calcio è senza dubbio lo sport più amato e con più seguito in gran parte del mondo, ma allo stesso tempo, nel corso della storia, è stato protagonista di scandali clamorosi che ne hanno macchiato e danneggiato l’immagine. Anche la Serie A ha dato vita a fatti che hanno dato scalpore.
Recentemente, ad esempio, abbiamo assistito alla questione del calcioscommesse, di partite truccate, di dirigenti e di giocatori corrotti. Un ciclone che si è abbattuto sul nostro campionato che ha travolto tutti e gettato ombre e retropensieri su uno sport che i bambini sognano di praticare sin da piccolissimi.
Diverse situazioni che hanno messo in evidenza una poca trasparenza del calcio italiano, in un contesto fatto di risultati aggiustati a tavolino. Ombre che, negli anni, hanno inquinato questo sport, rendendolo lontano dai valori che dovrebbe trasmettere alle giovani generazioni ma non solo.
Ed ecco che a sconvolgere nuovamente il sistema calcistico del nostro paese c’è una nuova testimonianza pazzesca che mette per l’ennesima volta nel baratro l’intero campionato. Pesanti accuse che mettono in discussione l’integrità del calcio italiano e la sua credibilità.
Pesantissima accusa di Luis Jimenez
L’ex calciatore Luis Jimenez, al canale YouTube ‘Vamo a Calmarno‘, ha spiegato di aver giocato partite truccate in Italia: “Ho giocato almeno 3 partite truccate, ma non posso dirvi in quale squadra. Una volta quando ero alla Ternana segnai e il mio portiere voleva uccidermi.
C’era un accordo per farla finire in pareggio: c’è voleva dire che l’altra squadra doveva segnare per forza e il tempo per fare 1-1 era pochissimo. Io non lo sapevo, era una delle mie prime partite in Italia. Volevo mangiarmi il campo, mi avvisarono di questo solo dopo.
Rivelazioni choc
Un’altra partita era tra noi e l’Atalanta nel 2004, una sfida tra i primi e i secondi in classifica e c’era festa tra le tifoserie gemellate. Io mi procuro un rigore e vedo tutti disperati: il mio compagno che lo segnò si mise le mani sul volto senza esultare, io non capivo nulla. Rimasi fuori dal campo e il dottore mi spiegò che era una partita aggiustata.
Una cosa del genere in Cile non è mai successa. In Italia, invece, c’erano molte partite sistemate, c’era parecchia mafia. Oggi meno, anche perché molti ex calciatori e dirigenti sono stati puniti e non lavorano più nel calcio. Per me è stato veramente pesante: ero agli inizi e volevo arrivare al top del calcio italiano”.