Le due facce della Roma: protagonista in Europa, comparsa in campionato
La Roma versione Dottor Jekyll e Mister Hyde: due andamenti totalmente differenti tra campionato e coppe europee
L’arrivo dei Friedkin ha segnato una sorta di svolta dal punto di vista europeo per la Roma, che già negli anni precedenti aveva cominciato a gettare le basi per costruirsi una reputazione in Europa. Sotto la proprietà Pallotta, e sotto la guida di Di Francesco i giallorossi erano infatti riusciti ad ottenere una storica semifinale di Champions League, dovendosi arrendere soltanto davanti al Liverpool di Klopp e ai torti arbitrali.
Da li in poi sebbene la qualificazione alla coppa dalle grandi orecchie non sia più arrivata la formazione capitolina è comunque riuscita a tenere alto il suo nome in Europa League e nella Conference League, primo trofeo europeo nella bacheca romanista.
Un trofeo arrivato per gran parte grazie all’uomo che stato l’unico finora ad aver creato una sorta di dna europeo, ovvero José Mourinho. Non è un caso che sotto la guida dello Special One la Roma sia riuscita a tornare a sollevare una coppa, vista la ben nota mentalità vincente del portoghese, che è riuscito a confermarsi anche l’anno successivo, raggiungendo un’altra finale nella seconda competizione per club europea.
Neanche l’ex Real Madrid però è riuscito a rimettere la squadra sui giusti binari, non riuscendo mai ad andare oltre il sesto posto e collezionando per due anni di fila 63 punti, una situazione che non è cambiata sotto la guida di De Rossi, arrivato anche lui sesto e perdendo in semifinale contro il Leverkusen campione di Germania.
Roma, tra le prime della classe in Europa
Il percorso europeo della Roma negli ultimi anni le è valso non solo la vittoria della Conference League, ma una nuova consapevolezza in ambito continentale arrivata grazie al grande lavoro mentale svolto da José Mourinho. I giallorossi sono riusciti prima ad insinuarsi tra le prime 1o posizioni del ranking UEFA, riuscendo a salire fino al quinto posto, record assoluto la squadra in ambito europeo.
Questa sembrava poter essere la più grande eredità di Mourinho, ma quest’anno complici i cambi di allenatore e la smarrita fiducia la formazione capitolina almeno per ora non sta riuscendo a ripetere quanto di buono fatto nelle edizioni precedenti, tuttavia riuscendo ad accedere al turno successivo non si può sapere come potrebbe terminare la serie di scontri diretti che ci separa da qui alla finale, consapevoli del fatto che dobbiamo giocarcela con chiunque.
Roma, in campionato il sesto posto è una costante
Tre sesti posti consecutivi a quota 63 punti, basterebbe questo per capire a pieno la differenza tra la Roma formato europeo e quella in versione Serie A. Già da prima dello Special One i giallorossi faticavano a rientrare tra le prime quattro, ma con lui prima e con De Rossi poi questo aspetto non è mai migliorato.
Dal 2020 ad oggi la formazione capitolina è riuscita a raccogliere solo 264 punti in campionato su 165 gare disputate, con la media di appena 1,6 punti a partita, decisamente troppo poco per sperare di lottare per un posto in Champions. Basti pensare che l’Inter nello stesso periodo ha raccolto la bellezza di 369 punti, confermandosi come leader in questa speciale classifica dove seguono Milan (329), Napoli (328) e Juventus (306).