Dalla Champions League all’addio al calcio | Roma, distrutto il sogno di una vita: milioni di tifosi credevano in lui
Una storia che ha dell’incredibile e un sogno infranto. Ecco come una carriera può cambiare direzione da un momento all’altro.
L’avranno deciso il destino o le stelle, fatto sta che la carriera del calciatore ha preso davvero una piega inaspettata. Proprio così. Quando tutti iniziavano a credere al sogno con la s maiuscola, ecco lo stop inatteso.
Questione di prospettive o forse di scelte di vita. Non può esserci soltanto il calcio anche se quel debutto, alla fine di una lunga gavetta, avrebbe potuto restituire in parte tutta l’energia spesa per farsi trovare pronti in quel momento.
È andata diversamente e col senno di poi, a seconda dei punti di vista, si può scrivere un finale diverso. Parliamo di soddisfazioni personali e di traguardi che non tutti possono capire se non hanno provato quelle emozioni, a quei livelli.
Diventa troppo facile giudicare da fuori perché il protagonista di questa vicenda sa bene che cosa ha passato e perché in fondo, non può davvero rimproverarsi nulla. Guardandosi alle spalle si provano tanto orgoglio e soddisfazione per aver raggiunto comunque un obiettivo del genere.
Un sogno infranto o forse no
Vi dicono niente i nomi di Curci, Rosi, Galloppa, Cerci, Corvia e soprattutto Alessandro Simonetta? Sì, proprio quest’ultimo era stato uno dei protagonisti assoluti della Roma Primavera. Stagione 2003/04.
La storia del calciatore ha dell’incredibile e potrebbe persino ispirare le future generazioni. In panchina, in prima squadra, c’era un certo Daniele De Rossi. Un ragazzo dalle giovani speranze che sarebbe poi diventato un simbolo di questa squadra.
Ecco com’è andata a finire
Goal.com ha intervistato un calciatore della storia recente della Roma che avrebbe potuto vivere tutta un’altra carriera. Non solo una stagione da protagonista nelle Giovanili. Ecco la chiamata di Del Neri per la Champions. “La soddisfazione di andare in panchina contro il Real Madrid fu incredibile. Mi chiamarono da casa quando stavo a scuola. Mi dissero: stasera non prendere impegni che sei convocato per la partita”.
La rottura del perone, un esordio che non arriverà mai con la maglia giallorossa e allora ecco la vita che cambia e ti volta le spalle. “Avevo 24 anni quando ho deciso di fare il concorso per entrare in Polizia a livello sportivo. Oggi ho un posto fisso statale rispetto a tanti ragazzi che hanno proseguito col calcio e non ce l’hanno fatta. Dopo 10 anni posso dire che entrare nel Corpo è stata la scelta più giusta. Il calcio poi finisce a un certo punto”.