È stato un bagno di sangue: decine di morti all’interno del campo | Tragedia totale per un fischio di troppo
La decisione dell’arbitro e poi la follia consumata sul terreno di gioco. Ecco che cosa è successo questa volta in campo.
Scene terribili e un’altra triste pagina di sport da archiviare il prima possibile. Non sarà tuttavia facile andare oltre quello che è successo né tantomeno trovare una spiegazione plausibile di fronte a questo disastro umanitario.
Diventa persino difficile trovare le parole per descrivere ciò che è appena successo. Una follia collettiva che questa volta fa rima con morte e disperazione. Due parole, specialmente la prima, che non vorremmo mai leggere o commentare.
Eppure è successo. Il dove e il come, presupposti che possono farci pensare a qualcosa di lontano da ciò che viviamo ogni giorno, sono marginali. Il calcio dovrebbe in ogni caso unire le persone, abbattendo confini e barriere di ogni tipo.
Si è consumata una tragedia vera e propria e adesso è arrivato il momento di capire e di rispettare un immenso dolore. Quando si parla di vite interrotte tutto il resto deve passare in secondo piano.
La tragedia che paralizza il calcio
Stiamo parlando di quello che è successo in Guinea, dove sono morte almeno 56 persone dopo una decisione contestata in campo. Come riporta Il Post Secondo “le violenze sono cominciate dopo che i tifosi della squadra ospite, della città di Labé, hanno invaso il campo e cominciato a lanciare pietre contro l’arbitro, per contestare una sua decisione. La polizia, a quel punto, ha risposto caricando i tifosi e sparando contro di loro gas lacrimogeni”.
Una situazione drammatica che è degenerata molto presto, fino ad arrivare alle agenzie di stampa di tutto il mondo. “La partita di domenica a N’Zérékoré era la finale di un torneo dedicato al generale Mamady Doumbouya, presidente ad interim della Guinea, che ha ottenuto il potere con un colpo di stato nel 2021″.
La morte all’improvviso
Nella calca causata dai disordini sono morte 56 persone. Numeri che fanno davvero paura e spiegano in parte le dimensioni di questo disastro umanitario.
Il mondo del calcio si stringe attorno alle famiglie delle vittime e non dimenticherà di certo quello che è successo. Ancora una volta la violenza e la paura hanno avuto la meglio rispetto alla pace e alla tolleranza.