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Squalificato per un anno e mezzo | L’attacco all’arbitro gli costa carissimo: tsunami nel calcio italiano

Cartellino rosso - Facebook - Ilromanista.it
Cartellino rosso – Facebook – Ilromanista.it

Quello che è successo ha davvero i contorni dell’incredibile. Nonostante il ruolo la squalifica è sempre più vicina.

Un vero e proprio tsunami per il calcio italiano. In tanti, una volta appresa la notizia, hanno pensato non fosse vero. Una semplice fake news per mettere in cattiva luce un personaggio noto nel mondo del calcio.

Un complotto per alcuni, la giusta fine per altri. Sui campi di calcio ormai può succedere veramente di tutto e a livello di comunicazione se ne sentono di tutti i colori. A prescindere dai colori e dalle bandiere. In questo caso è bene andare a fondo nella vicenda e capire che cosa sia successo davvero.

Chi lo conosce giura che un comportamento del genere non può essere un’abitudine. Questo episodio sarebbe stato preso dal contesto per dare vita a una campagna con un obiettivo ben preciso.

Il protagonista (per alcuni vittima) di questa vicenda è da sempre molto discusso perché, dal suo punto di vista, prova a dire sempre ciò che pensa. Avrà detto qualcosa di troppo in questo caso e soprattutto usando toni non proprio adeguati alla situazione?

Una squalifica pesantissima

Sono ben 18 i mesi di squalifica per il Presidente della Folgore Caratese Michele Criscitiello. Una pena che non può far altro che pensare a qualcosa di molto grave successo in prossimità del terreno di gioco.

Insulti all’arbitro, rissa, sputi e altro ancora sarebbero stati messi a referto. Che cosa è successo in realtà? È lo stesso direttore di Sportitalia a chiarire la vicenda a Corriere.it. Ecco le sue parole. In molti non ci crederanno. Il tutto è successo durante la gara di Serie D tra la Folgore Caratese e il Club Milano.

Michele Criscitiello - Facebook - Ilromanista.it
Michele Criscitiello – Facebook – Ilromanista.it

Complotto o verità: parla Criscitiello

“Il mio ufficio dà sul campo, apro la finestra e contesto l’arbitro durante la partita: “‘Sto marocchino… tornatene a casa, stai rovinando la partita‘, questo, è vero, lo dico. Poi scendo gli vado incontro e gli dico ‘questo non è calcio, ci stai facendo prendere a calci, non sei capace’, ed è finita così, non tiro alcun pugno o calcio alla porta del suo spogliatoio, non aggiungo altro”.

Il direttore di Sportitalia avrebbe anche voluto chiarire con il direttore di gara, definito “supponente e arrogante”. Si è dunque trattato di diffamazione? Secondo il Presidente della Folgore Caratese, la posizione giornalistica presa da tempo contro il presidente federale Gravina ha fatto il resto.