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Tremante e solo nello spogliatoio | Un’icona della Serie A trovato così: il racconto è sconvolgente

Uno spogliatoio vuoto - Facebook - Ilromanista.it
Uno spogliatoio vuoto – Facebook – Ilromanista.it

Il calciatore ripensa a quanto successo soltanto poco tempo fa. Una carriera da sogno e un momento davvero particolare.

La carriera di un calciatore professionista può vivere naturalmente di alti e bassi, l’importante è saper affrontare sia i momenti di gioia sia quelli di difficoltà. Il protagonista di questa storia sa esattamente che cosa sia la gavetta e grazie a quella è riuscito a coronare il suo sogno.

“Testa bassa e pedalare”, un motto che non ripete spesso solo Antonio Conte ma che accomuna tanti calciatori che dopo un periodo lungo e delicato, sono riusciti finalmente a imporsi. Un finale così ricco di soddisfazioni non è scontato.

Per questo conviene sempre crederci e lottare fino alla fine. Queste ultime tre parole il calciatore le ricorderà per sempre perché lo hanno aiutato a costruire un certo tipo di mentalità. Allenamento dopo allenamento, partita dopo partita.

Ora è arrivato il momento di guardarsi indietro per un attimo e sorridere. Godersi ciò che si ha senza mai dimenticare il percorso fatto. Solo così la carriera sarà definita dagli altri osservatori indimenticabile. Una storia da raccontare.

Oltre la paura

Sarebbe facile parlarne adesso che è arrivato il successo ma la storia del calciatore parte da lontano, da quei campi delle serie minori che ti formano più di ogni altra cosa. Proprio così: la storia di Emanuele Giaccherini vale la pena di essere raccontata.

Sì perché c’è stato un momento in cui il calciatore ha persino pensato di ritirarsi. Poi grazie ai consigli di chi gli è stato vicino è andato avanti e ha ispirato tanti ragazzi che sognano di diventare un giorno professionisti.

Emanuele Giaccherini - Lapresse - Ilromanista.it
Emanuele Giaccherini – Lapresse – Ilromanista.it

Giaccherini racconta il retroscena

A Radio TV Serie A l’ex esterno della Juventus racconta un simpatico retroscena. “A Vinovo mi siedo subito dove qualche settimana prima si cambiava Nedved, sull’armadietto c’era ancora scritto il suo nome. Ero da solo e arrivò Del Piero. Ero senza parole, tremavo dall’emozione”.

Jak ha subito avvertito una sensazione speciale. “Alex è una persona fantastica, mi fece sentire a casa dicendomi: “Se sei qui è perché lo meriti, ora tocca a te cercare di rimanerci”. Negli allenamenti non ho sentito la pressione, feci un grande pre-campionato. La prima partita con il Parma non feci una grande prova, lì sentii la pesantezza della maglia. Per me le 15 o 20 partite di Juventus equivalgono a 35 partite in altri club“.