Morto negli spogliatoi | La tragica scomparsa dell’ex Roma: mistero sul decesso
Calciatore morto all’interno dello spogliatoio, la tragica scomparsa dell’ex Roma: ancora l’ombra del mistero sul decesso
Una di quelle tragedie che, ancora adesso, fanno venire i brividi agli amanti del calcio e, soprattutto, a coloro che hanno vissuto la scena da vicino. Di lui si parlava un gran bene.
Un attaccante di razza. Quelli che non appena vedono la porta non ci pensano su due volte e cercano di gonfiarla. Insomma, un vero e proprio predestinato. Tanto è vero che di lui si parla addirittura di Nazionale.
Purtroppo per lui, però, tutto questo non si verificherà mai. La maglia azzurra non la indosserà mai visto che il destino è stato fin troppo beffardo con lui. Il suo cuore smise di battere, per sempre, all’interno di uno spogliatoio.
Durante un match di campionato. Si accascia al suolo davanti a tutti i suoi compagni di squadra. Inutili i soccorsi (seppur tempestivi) da parte dello staff medico e la corsa in ospedale: il calciatore viene dichiarato morto.
Morto negli spogliatoi, vige ancora il mistero sulla sua scomparsa
Giuliano Taccola aveva solamente 23 anni quando morì. Militava, da una stagione e mezza, con la Roma. Poco prima aveva militato in squadre “modeste” come: Alessandria, Varese, Entella, Savona e Genoa. Come riportato in precedenza di lui si parla addirittura in Nazionale visto che il suo mestiere lo sapeva fare molto bene: quello di trovare la via della rete. In giallorosso è stato allenato da Pugliese. Poi da Herrera. Da lui si aspettava molto, anche se le sue condizioni fisiche non erano delle migliori per via di una brutta tonsillite.
Viene operato, ma nonostante non fosse al 100% gli viene dato l’ok per giocare. Il fisico, però, con il passare dei giorni va sempre a peggiorare. Fino a quando non arriva quel drammatico giorno: 16 marzo ’69, a Cagliari, Giuliano si accascia al suolo negli spogliatoi dell’Amsicora. Scatta l’allarme. I compagni sono in preda al panico. Viene soccorso tempestivamente e portato in ospedale, ma oramai era troppo tardi: il decesso arriva per “insufficienza cardiorespiratoria acuta“. Lascia la moglie e due figli piccoli.
Morto negli spogliatoi, il mistero continua: dubbi sulle cause della morte
La morte di Taccola viene considerata una delle tragedie più assurde del calcio italiano. Dopo anni se ne continua a parlare visto che le polemiche non si sono mai placate sulle responsabilità. Si parla di un’endocardite accompagnata da una broncopolmonite emorragica. Nonostante siano passati moltissimi anni c’è ancora mistero sul decesso. Il suo rendimento calcistico, nella stagione 68-69, calò improvvisamente per via di febbre alta e continui malesseri. I medici della società capitolina gli diagnosticarono un vizio cardiaco, ma il tecnico decise comunque di schierarlo sempre in campo. Dopo l’operazione per l’asportazione delle tonsille, a Villa Bianca, gli fu imposto di rimanere a riposo per un mese.
Non rispettò il protocollo visto che la squadra decise di farlo allenare per non farlo rimanere troppo lontano dal campo. Al termine degli allenamenti a Taccola si alzava la febbre. Il suo peso corporeo era diminuito di ben cinque chili. Il 26 febbraio giocò una partita di allenamento con la formazione De Martino e svenne in campo. A Cagliari svenne per un malore e subì un arresto cardiaco. Il corpo venne sottoposto ad autopsia presso l’Istituto di Medicina Legale di Cagliari. La cartella clinica venne sottoposta a sequestro dalla Procura. Tra le cause si pensò ad una reazione allergica (somministrazione di penicillina). L’autopsia non determinò mai definitivamente le cause che avevano portato alla crisi cardiaco-respiratoria.