“Silenzio e paura”: De Rossi, ecco che aria tirava con lui | La verità è agghiacciante
Arrivano dichiarazioni importanti di Daniele De Rossi che da quattro mesi non è più l’allenatore della Roma. Il retroscena è pazzesco
Daniele De Rossi non ha mai lanciato critiche o frecciatine di sorta nei confronti di proprietari e dirigenti della Roma, che a metà settembre hanno preso la discussa e controversa decisione di esonerarlo dalla panchina della squadra giallorossa.
Anzi, ai microfoni dello storico inviato di ‘Striscia la notizia‘ Valerio Staffelli che lo ha raggiunto per consegnargli il classico Tapiro d’oro, l’ex capitano giallorosso ha riservato parole di apprezzamento per il presidente Dan Friedkin.
“Non posso che ringraziare i Friedkin per avermi dato la possibilità di allenare la Roma“, le sue dichiarazioni intrise di amore per il club capitolino. Parole che hanno fatto commuovere i tifosi giallorossi che ancora sognano un suo prossimo ritorno.
Alla fine De Rossi, proprio come il suo grande amico Francesco Totti, ha dedicato la sua intera carriera da calciatore al club in cui è nato e calcisticamente cresciuto. Ma c’è stato un momento in cui ha avuto più che in altri momenti la concreta intenzione di lasciare la Capitale.
De Rossi, il retroscena raccontato al ristorante: non lo sapeva nessuno
L’ex tecnico romanista ha preso parte qualche giorno fa a ‘The Overlap‘, il podcast di Gary Neville, ex terzino e capitano del Manchester United. Oltre a De Rossi erano presenti altri due ex grandi protagonisti del calcio inglese come Ian Wright e Jamie Carragher.
Tra i quattro è andata in scena una piacevole chiacchierata che si è svolta intorno al tavolo di un ristorante del centro di Roma, il luogo scelto da Neville per intervistare De Rossi. Il quale, perfettamente a suo agio, ha svelato un inedito retroscena.
De Rossi, l’addio alla Roma poteva concretizzarsi prima: i dettagli
Il racconto dell’ex Capitan Futuro ha lasciato tutti senza parole: “Sono stato molto vicino al Manchester United, sarebbe stata la prima opzione in caso di addio alla Roma. Nel 2006 durante il Mondiale eravamo in aeroporto e il ct Lippi mi chiamò e mi portò in una piccola stanza in cui c’era Ferguson. Lippi mi disse: ‘Devi andare lì‘”.
“Io stavo in silenzio perché c’era Ferguson e perché avevo paura di Lippi. Fu una chiacchierata che durò 3 minuti, niente di serio, ma mi sarebbe piaciuto dire ‘Io voglio venire’ a Ferguson“. Alla fine però non se ne fece niente.