Nainggolan, ecco cosa è successo in prigione: “Non voglio finirci mai più” | L’orrenda verità è venuta a galla
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Radja Nainggolan racconta tutto quello che è successo in carcere: l’ex centrocampista della Roma vuota il sacco e svela la verità.
Radja Nainggolan, ex centrocampista di Cagliari, Roma e Inter, tra le altre, è stato arrestato in Belgio lo scorso 27 gennaio con l’accusa di traffico internazionale di cocaina. La polizia di Bruxelles lo ha fermato nell’ambito di un’indagine sull’importazione di stupefacenti dal Sud America verso l’Europa.
Complessivamente sono state quindici le persone finite in manette. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati circa 2,7 chili di cocaina, diverse armi, oltre 360mila euro in contanti e beni di lusso. Le autorità belga hanno avviato un’inchiesta su un’organizzazione criminale legata al traffico di stupefacenti.
La posizione di Nainggolan, che era stato collegato ad uno degli arrestati, è stata messa sotto la lente di ingrandimento da parte degli inquirenti. Una notizia shock arrivata qualche giorno dopo l’esordio con il Lokeren, club di Challenger Pro League, con il quale aveva debuttato con un gol direttamente da calcio d’angolo.
L’episodio ha scosso molto l’opinione pubblica, data la sua carriera di calciatore di alto livello e la sua popolarità. Il caso ha attirato molta attenzione mediatica, ma il futuro di Nainggolan dipenderà anche dall’evoluzione dell’indagine e dalla sua posizione legale.
Nainggolan torna a parlare
E’ stato rilasciato su cauzione e messo in libertà vigilata, ma resta comunque implicato nella vicenda. Il belga ha rilasciato un’intervista a Het Laatste Nieuws e raccontato nuovi dettagli della storia, partendo dall’arresto: “L’interrogatorio è durato quattro ore.
Alle 18:00 era troppo tardi per il giudice istruttore, dopodiché mi è stato detto che avrei dovuto passare la notte in prigione. Poi la notizia si è diffusa rapidamente e sembrava che avessero arrestato Pablo Escobar, mentre io non ho nulla a che vedere con quei casi di droga a cui è associato il mio amico.
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Il racconto dell’arresto e del carcere
Non mi hanno fatto domande sulla droga. Volevano solo sapere che tipo di rapporto avessi con questa persona. La prigione? E’ stata un’esperienza molto strana, che non vorrei più rivivere. Mi hanno presentato come uno spacciatore di droga. La mia compagna mi conosce bene e sa che non mi lascerei mai coinvolgere in qualcosa di losco.
Ho dovuto dirlo alle mie quattro figlie. La più grande ha 17 anni e aveva un sacco di domande. A scuola è stata interrogata a riguardo e ha cercato di difendermi. Le ho detto di non preoccuparsi, che sono innocente“.