“Sempre ubriaco”: scandalo Roma, la colonna giallorossa confessa tutto | Addio inevitabile a giugno

Scandalo alla Roma, la colonna giallorossa rivela tutto quello che nessuno conosceva: “Sempre ubriaco”. Addio certo
Non tutti i calciatori riescono ad imporsi nei loro rispettivi club. Soprattutto quelli che arrivano dall’estero. In alcuni casi si tende a parlare sì di loro, ma non per quello che compiono sul terreno di gioco.
Bensì per quello che fanno all’esterno dal campo da calcio. Una vicenda che vede molto da vicino una società importante come la Roma. Giallorossi che, anche in passato, sono stati protagonisti di acquisti comunemente definiti dei veri e propri “flop”.
Per rinforzare la squadra, invece, la società si trova addirittura a fare i conti con un peso non indifferente. Soprattutto quello riguardante un calciatore. Descritto non proprio come un atleta modello visto che, a quanto pare, alzava decisamente il gomito con l’alcol.
Se ne erano accorti anche i suoi compagni di squadra che, oltre a definirlo un ragazzo simpatico, precisavano anche che agli allenamenti si presentava (quasi tutte le volte) sempre ubriaco.
Scandalo alla Roma, sempre ubriaco: la rivelazione sconvolge l’ambiente
Poco prima degli anni ’90, precisamente nel 1988, la Roma ha come obiettivo di rinforzare la squadra. Non si pesca in Italia, ma in Sudamerica, precisamente in Brasile. Arrivano due calciatori: Andrade e Renato Gaucho Portaluppi. Quest’ultimo, però, passò alla storia per altri motivi che, con il calcio, non hanno nulla a che fare. Una storia, la sua, molto difficile. Il padre morì quando era ancora un bambino, la madre fa fatica a mettere il piatto a tavola con 12 figli. Tutti devono dare una mano e contribuire. Per Renato, però, il calcio veniva prima di ogni cosa. Oltre ad alcuni lavoretti il suo sogno è quello di trasformare il calcio in un lavoro. Ci riesce visto che viene notato dal Gremio. Con i brasiliani passa dalle giovanili in prima squadra.
Vince la Copa Libertadores e la Intercontinentale. Poi la cessione al Flamengo nell’86. Due anni più tardi la Roma lo portò nella Capitale dove venne accolto al centro sportivo di Trigoria da centinaia di tifosi. Le aspettative attorno a lui sono alte. Come riportato in precedenza, però, in giallorosso farà parlare di sé per altre vicende. In particolar modo quelle sotto le lenzuola con varie donne. Trascorre le notti in locali e discoteche bevendo litri di alcol. In campo, tra allenamenti e partite ufficiali, le prestazioni sono catastrofiche. C’è chi parla (ma nessuna conferma) addirittura di una scazzottata con Daniele Massaro. Ai media sudamericani getta veleno sul calcio italiano, ma allo stesso tempo elogia i suoi compagni.

“Sempre ubriaco”, furia Roma: la società lo mette alle strette
Pur avendo rispetto (mica tanto) dei suoi compagni rifilava delle staffilate non di poco conto. A parole, sia chiaro. Soprattutto per Giuseppe Giannini: per Renato, infatti, il “Principe” non avrebbe potuto giocare nemmeno nella terza divisione brasiliana. Lo stesso Giannini, nel corso di una intervista, disse che il brasiliano era una brava persona, simpatica ma sempre ubriaco. Dall’entusiasmo agli assordanti fischi dei tifosi che lo avevano accolto come il salvatore della patria. Dopo poche partite capiscono che stavano vivendo un flop insieme a lui.
Al termine della stagione i giallorossi arrivano all’ottavo posto. Non si qualificano nemmeno per le coppe europee. La sua esperienza in Italia dura solamente un anno prima di ritornare di nuovo al Flamengo. Nel ’99 chiuderà la carriera da calciatore nel Bangu. Poi inizia quella da tecnico dove si toglie qualche soddisfazione: vince 4 campionati con il Gremio e varie coppe. Attualmente è svincolato, ma alla ricerca di un nuovo progetto e di un nuovo club.