“Il giorno più brutto della mia carriera”: Roma, l’addio è straziante | Strappato via dalla squadra che amava

“Il giorno più brutto della mia carriera”, dichiarazioni strazianti del simbolo giallorosso: mandato via dal team del cuore
Quando si va a vestire una delle maglie più importanti come quella della Roma si sa che le responsabilità aumentano sempre di più. D’altronde stiamo parlando di una casacca, quella giallorossa, che non tutti possono avere la fortuna di indossare.
Chi lo fa sa benissimo di aver preso un impegno molto importante. Prima che con la società con i tifosi, i veri giudici. C’è anche chi, oltre ad affezionarsi alla squadra, lo ha fatto con l’ambiente in generale con cui ha stretto un legame importante.
Poi, come accade sempre nella vita di ogni calciatore, arriva il momento dell’addio e di lasciare la Capitale. Anche se non tutti sono contenti nel farlo. Proprio come l’oramai ex giallorosso che, a distanza di tempo, ne ha parlato.
Lo ha fatto nel corso di una intervista che ha rilasciato ai microfoni della “Gazzetta dello Sport“. Nel corso della stessa ha rivelato tutte le emozioni di quando ha indossato la maglia giallorossa. Emozioni che, appunto, difficilmente potrà mai dimenticare.
“Il giorno più brutto della mia carriera”, la rivelazione dell’ex giallorosso
E’ bastata solamente una stagione per entrare nel cuore dei tifosi. Anche perché è stata l’unica in cui ha militato nella Roma. Precisamente nella stagione 1982-1983 quando Herbert Prohaska venne acquistato come nuovo centrocampista della squadra capitolina. In arrivo dall’Inter dove aveva militato per due anni di fila. L’ex calciatore, attualmente commentatore televisivo e collaboratore sportivo per il quotidiano “Krunen Zeitung“, ha parlato del suo passato giallorosso al noto quotidiano “rosa” italiano.
Una esperienza breve, ma allo stesso tempo intensa. Non una stagione qualunque visto che fu quella trionfale: vale a dire quella del primo scudetto. La domanda sulla sua breve avventura in giallorosso non si è fatta attendere. Così come la sua risposta che ha spiazzato tutti i sostenitori giallorossi: “Mi dissero che avrebbero voluto vendermi e così me ne tornai a casa, all’Austria Vienna. E’ stato il giorno più brutto della mia carriera“.

Addio alla Roma, tutto per colpa di uno “straniero” di troppo…
Insomma, l’ex calciatore austriaco sarebbe rimasto nella Capitale per tanti altri anni. Anche perché si era ambientato alla vita di Roma e, soprattutto, al clima dell’Italia. Soprattutto per i suoi 15° in inverno rispetto a quelli che c’erano (e ci sono) in Austria. Dopo la vittoria dello scudetto, però, le gerarchie nella società erano cambiate. Il motivo del suo addio? La permanenza di un calciatore chiave come Falcao che, però, sembrava dovesse fare le valigie.
Tanto è vero che, al suo posto, acquistarono Cerezo. Un problema non da poco visto che, in quel momento, in rosa c’era uno slot “straniero” di troppo. Dopo una attenta analisi, però, l’allora presidente Viola decise di cedere proprio Prohaska: “Era addolorato. Mi disse che dovevano cedermi. Tornai in Austria. Se fossi rimasto la mia famiglia parlerebbe romano e non tedesco. I miei nipoti sono diventati romanisti dopo aver visto le immagini della festa scudetto“.